Kiev, 22 novembre 2025 – Posto di fronte a un piano di armistizio che non ha contribuito a scrivere, che non desidera e che non può accettare ma al quale, allo stesso tempo, non può opporsi apertamente, Zelensky ricorre a parole mai utilizzate prima.
Il videomessadio di Zelensky
In un videomessaggio alla nazione riassume così il momento, insieme storico e drammatico, che il Paese sta vivendo: “L’Ucraina potrebbe trovarsi di fronte a una scelta molto difficile: la perdita della dignità o il rischio di perdere un partner chiave“. Il riferimento è agli Stati Uniti, l’alleato principale, fornitori delle armi più efficaci e dell’intelligence decisiva per resistere alla Russia, ma guidati da un presidente ormai impaziente di chiudere rapidamente la guerra, anche sacrificando le legittime rivendicazioni di Kiev e concedendo a Putin una riabilitazione internazionale e territori ucraini ancora non occupati.
Zelensky: We are facing one of the most dangerous periods in Ukrainian history, a choice between losing our dignity and freedom and losing US support. We choose dignity. My answer is my oath of office. I did not betray Ukraine in Feb 2022 and we won’t betray in now. pic.twitter.com/68P7ls7B6G
— Yaroslav Trofimov (@yarotrof) November 21, 2025
Il piano USA
Il piano in 28 punti, redatto materialmente da Witkoff e Dimitriev, emissari di Casa Bianca e Cremlino, arriva nel momento di massima fragilità politica per Zelensky: il governo è colpito dallo scandalo corruzione, il suo partito ha perso la maggioranza in parlamento e le truppe russe avanzano a est. Il presidente sa che questa volta non potrà respingere completamente un accordo sfavorevole. Il sostegno dell’Unione Europea non basterà: qualcosa, qualcosa di rilevante, dovrà cedere.
Sta preparando il Paese a ciò che finora aveva escluso come ipotesi: una perdita di dignità, ossia accettare una pace ingiusta, come la rinuncia totale al Donbass prevista dal piano, pur di non ritrovarsi a fronteggiare l’armata russa senza il supporto americano. “Siamo a un bivio“, afferma. E Trump non gli concede tempo: pretende una risposta entro una settimana, il 27.
Zelensky ha già discusso del piano al telefono con J. D. Vance, il vicepresidente con cui ebbe un duro scontro alla Casa Bianca. La conversazione è durata quasi un’ora. “Abbiamo sempre rispettato e continuiamo a rispettare il desiderio degli Usa di porre fine allo spargimento di sangue“, scrive su X il leader ucraino. “Valutiamo positivamente ogni proposta realistica e stiamo lavorando affinché il percorso da seguire sia dignitoso ed efficace per raggiungere una pace duratura“. Ancora una volta, la parola “dignità”, che Zelensky ha portato al centro del dibattito pubblico.
We spoke for almost an hour with U.S. @VP JD Vance and @SecArmy Dan Driscoll. We managed to cover a lot of details of the American side’s proposals for ending the war, and we’re working to make the path forward dignified and truly effective for achieving a lasting peace. I’m… pic.twitter.com/h3uVlnxv2H
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) November 21, 2025
Una difficile negoziazione e gli alleati europei
Cercherà di negoziare punto per punto, attenuando le clausole più pesanti, ma non si aspetta che siano gli USA a tirarlo fuori dall’angolo. È agli alleati europei che guarda con maggiore fiducia. Non a caso, la giornata è stata segnata da intense telefonate e da una call cruciale con Macron, Starmer e Merz per verificare la possibilità di una proposta alternativa.
“L’Ucraina può contare su di noi, pieno sostegno a Zelensky“, afferma Merz. “Ci coordineremo con l’Europa e gli Usa“. Starmer aggiunge: “L’Ucraina deve poter determinare il suo futuro e la sua sovranità, tutti vogliamo una pace giusta e duratura“. Parigi sottolinea che ogni soluzione deve “coinvolgere pienamente Kiev” e che qualsiasi decisione con implicazioni per Europa o Nato “richiede sostegno congiunto e consenso dei partner“. Formule che non respingono la linea americana, ma cercano di delineare dei limiti.

Zelensky ha parlato anche con il segretario generale della Nato, Mark Rutte, poiché il piano Trump chiama in causa anche l’Alleanza atlantica. Ma la giornata è stata soprattutto dedicata al dialogo diretto con gli ucraini, avvertendoli che le cose potrebbero prendere una piega negativa. E ha lanciato un appello all’unità nazionale, nel tentativo di placare le polemiche sull’inchiesta che coinvolge alcuni ministri e il suo ex socio di Kvartal 95, Timur Mendich, trovato con mazzette in casa e un water d’oro.
“Il nostro popolo, i cittadini, i politici, tutti… dobbiamo unirci, tornare in noi stessi, smetterla con le cazzate e con i giochi politici. Lo Stato deve funzionare, il parlamento di un paese in guerra deve lavorare unito“, afferma Zelensky, che si prepara alla settimana più difficile del suo mandato.






