Belgrado, 9 ottobre 2025 – Il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha espresso oggi profonda preoccupazione in merito alla recente consegna al Kosovo di un migliaio di droni kamikaze da combattimento da parte della Turchia. L’episodio, avvenuto ieri, è stato al centro di una conferenza stampa in cui Vucic ha denunciato il continuo rafforzamento militare della Forza di sicurezza del Kosovo, che Pristina mira a trasformare in un esercito regolare, in violazione della risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
La denuncia di Vucic e il richiamo al diritto internazionale
Il presidente serbo ha sottolineato la necessità di rispettare i principi del diritto internazionale, la Carta dell’ONU e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, ricordando che, secondo la risoluzione 1244 del 1999, l’unica forza armata autorizzata nel Kosovo è la KFOR, la missione Nato con circa 4.500 uomini, molto meno numerosa rispetto ai tempi del conflitto. Vucic ha inoltre evidenziato come il Kosovo stia ricevendo armamenti da diversi paesi Nato oltre che dalla Turchia, tra cui Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Croazia e Slovenia.
In una prima reazione all’arrivo dei droni, il presidente serbo aveva definito il comportamento turco come una “brutale violazione” della Carta delle Nazioni Unite e della risoluzione 1244, aggiungendo di sentirsi “terrorizzato” da questa escalation. Ha inoltre accusato la Turchia di non volere la stabilità nei Balcani occidentali, ma di sognare un ritorno all’Impero Ottomano.
Il dialogo con Erdogan e gli Stati Uniti
Ribadendo la sua stima personale nei confronti del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, definito un grande leader che ha trasformato la Turchia moderna, Vucic ha annunciato la sua intenzione di contattarlo nuovamente per chiedere l’interruzione delle forniture di armi al Kosovo, come già avvenuto un anno fa. Lo stesso farà con gli Stati Uniti, ha aggiunto, auspicando un intervento anche presso le Nazioni Unite affinché si faccia rispettare la normativa internazionale.
“Siamo decisi a mantenere buoni rapporti con la Turchia ma tutto questo non può avvenire a spese della popolazione serba in Kosovo“, ha dichiarato Vucic, sottolineando l’importanza di rispettare gli interessi della Serbia e della regione.
Intanto, il capo di stato maggiore dell’esercito serbo, generale Milan Mojsilovic, ha espresso ieri una ferma protesta per la fornitura di droni in un colloquio telefonico con il comandante della KFOR, il generale turco Ozkan Ulutas.
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