Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato di aver avviato una causa legale da 15 miliardi di dollari contro il New York Times per diffamazione e calunnia. L’azione giudiziaria è stata depositata in Florida, stato tradizionalmente favorevole al tycoon.
Trump accusa il New York Times di diffamazione
In un messaggio pubblicato su Truth, il social network fondato dallo stesso presidente, Trump ha definito il New York Times come uno dei giornali più degenerati e peggiori nella storia americana, accusandolo di essere diventato un “portavoce” del Partito Democratico di Sinistra Radicale. Il tycoon ha contestato l’atteggiamento del quotidiano nei suoi confronti, della sua famiglia, del suo movimento politico America First e dell’intera nazione, sostenendo che per decenni abbia diffuso notizie false e calunniose.
“Al New York Times è stato permesso di mentire, diffamare e calunniare liberamente per troppo tempo, e questo finisce ORA!”, ha scritto Trump, rilanciando il suo slogan storico: “Rendiamo l’America di nuovo grande!”.
Il NYT, una testata storica e influente
Fondato nel 1851, il New York Times è uno dei quotidiani più prestigiosi e influenti degli Stati Uniti, con oltre 8 milioni di abbonati digitali nel 2022 e una diffusione cartacea di circa 780.000 copie. La testata, spesso soprannominata “The Gray Lady”, ha una linea editoriale di orientamento liberal-progressista ed è nota per aver sostenuto i candidati Democratici nelle ultime elezioni presidenziali, inclusa la candidatura di Joe Biden nel 2020 e di Kamala Harris nel 2024, sconfitta proprio da Trump.
L’azione legale di Trump arriva in un momento di forte tensione tra il presidente e i media statunitensi, accusati ripetutamente da lui di condurre campagne diffamatorie e di parte. La causa da 15 miliardi di dollari rappresenta uno degli attacchi più significativi di Trump contro un grande organo di informazione, confermando la sua strategia di risposta aggressiva alle critiche giornalistiche.






