Dopo 43 giorni di paralisi, gli Stati Uniti vedono la fine dello shutdown più lungo della loro storia. Il presidente Donald Trump ha firmato il provvedimento che mette fine al blocco delle attività federali, una crisi che ha coinvolto vaste aree dell’amministrazione pubblica americana e causato disagi diffusi.
La fine dello shutdown: è arrivata la firma di Trump
Il provvedimento è stato approvato dalla Camera dei Rappresentanti con 222 voti favorevoli contro 209 contrari, con una minoranza di deputati democratici che ha scelto di votare insieme ai repubblicani per garantire la riapertura del governo. Il testo, già passato al vaglio del Senato, finanzia il governo federale fino al 30 gennaio 2026 ma non prevede l’estensione dei sussidi all’Obamacare, tema che resta aperto e oggetto di ulteriori trattative politiche.
Firmando la legge, Trump ha ringraziato i leader repubblicani e i democratici favorevoli alla fine dello shutdown, sottolineando che una situazione del genere non deve più ripetersi. Tuttavia, il presidente ha anche attaccato i democratici, accusandoli di aver causato il blocco per motivi politici e di aver “cercato di estorcere soldi al Paese”.
Impatti e conseguenze
Questo blocco amministrativo ha avuto effetti pesanti sugli Stati Uniti. Durante i 43 giorni di shutdown, circa 700.000 dipendenti pubblici sono stati messi in congedo non retribuito, e il governo ha sospeso o ridotto numerosi servizi pubblici non essenziali. Tra questi, la chiusura di parchi nazionali, la sospensione di attività nei centri di ricerca medica, la riduzione delle operazioni della NASA e la sospensione di alcuni servizi per veterani e tributari.
L’emergenza ha anche colpito il settore dei trasporti aerei: la Federal Aviation Administration (FAA) ha annunciato una riduzione del 10% dei voli giornalieri nei principali 40 aeroporti statunitensi, tra cui quelli di New York, Chicago, Los Angeles e Miami, per garantire la sicurezza a causa dell’elevato numero di assenze tra i controllori di volo, che hanno lavorato senza ricevere stipendio.
Nonostante la sospensione dello shutdown, la battaglia politica continua: il leader democratico alla Camera, Hakeem Jeffries, ha promesso di proseguire la lotta per estendere i fondi alla sanità, in particolare per l’Obamacare, ricordando che senza l’estensione dei sussidi i premi assicurativi potrebbero aumentare mediamente del 114%.
L’approvazione del provvedimento e la firma presidenziale segnano un momento cruciale, ma la complessità delle negoziazioni sul bilancio federale e sulle politiche sanitarie lascia aperti nuovi scenari per le prossime settimane.






