Kuala Lumpur, 14 ottobre 2025 – In un momento di grande tensione geopolitica nel Sud-est asiatico, si prepara un evento storico che potrebbe segnare una svolta nella crisi tra Thailandia e Cambogia. A Kuala Lumpur, capitale della Malesia, nel corso del prossimo vertice dell’ASEAN (26-28 ottobre), è prevista la firma di un accordo di pace tra i due Paesi, con la partecipazione del presidente statunitense Donald Trump.
La mediazione di Trump e la crisi nel Sud-est asiatico
Il conflitto tra Thailandia e Cambogia è scoppiato nuovamente a luglio 2025, con scontri armati lungo il confine conteso, in particolare nella regione del tempio indù di Prasat Ta Muen Thom. Questi scontri, tra i più gravi degli ultimi decenni, hanno causato oltre quaranta morti e la fuga di circa 300.000 civili dalle proprie abitazioni. Le tensioni sono radicate in una complessa storia di dispute territoriali risalenti ai trattati coloniali franco-siamesi del primo Novecento, con controversie irrisolte sul confine e aree di interesse culturale e strategico.
Il cessate il fuoco, raggiunto il 28 luglio grazie alla mediazione della Malesia, degli Stati Uniti e della Cina, ha posto fine temporaneamente agli scontri, ma le accuse reciproche di violazioni si sono susseguite. In questo contesto, il ministro degli Esteri malese Mohamad Hasan ha annunciato che Donald Trump presenzierà alla cerimonia della firma dell’accordo di pace, un evento simbolico che punta a consolidare la tregua e a ristabilire la stabilità regionale.
Riconoscimenti e iniziative diplomatiche
Ad agosto, il primo ministro cambogiano Hun Manet ha proposto la candidatura di Donald Trump al Premio Nobel per la Pace, attribuendogli il merito di una diplomazia innovativa che ha contribuito a fermare il conflitto. Dall’altra parte, il premier thailandese Anutin Charnvirakul ha confermato di aver ricevuto una lettera da Trump, in cui il presidente esprimeva il desiderio di vedere risolte le tensioni tra i due vicini.
L’evento a Kuala Lumpur rappresenta un importante momento di dialogo e riconciliazione, anche se le sfide rimangono numerose, soprattutto in considerazione della fragilità delle relazioni e delle tensioni politiche interne ai due Paesi. La presenza di Trump sottolinea inoltre il ruolo degli Stati Uniti come attore internazionale nella regione, in collaborazione con l’ASEAN e la Cina, nella gestione di una crisi capace di influenzare gli equilibri geopolitici dell’Indo-Pacifico.
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