New York, 24 settembre 2025 – In un contesto di forte tensione e incertezze nel Medio Oriente, il leader siriano Ahmad Sharaa, noto anche come al-Jolani, ha chiarito oggi la natura dell’intesa in fase di definizione con Israele, sottolineando che si tratta di un accordo di sicurezza e non di un accordo di pace. Le sue dichiarazioni sono state rilasciate a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, durante un incontro con la stampa.
Negoziati per un accordo di sicurezza graduale
Secondo Sharaa, il negoziato con Israele procede per fasi graduali e attualmente si è nella prima fase, che prevede il rientro delle truppe israeliane dietro la linea dell’armistizio del 1974, stabilita dopo la Guerra di Ottobre del 1973. Questa linea rappresenta, di fatto, un confine di sicurezza e non una soluzione definitiva al conflitto.
Da quando è cambiato il potere in Siria lo scorso 8 dicembre, le forze israeliane hanno ampliato la loro presenza sul territorio siriano, occupando nuove aree sul Golan e arrivando fino alla periferia di Damasco, controllando anche una zona nella valle del fiume Yarmuk, affluente del Giordano. Su questo punto, Sharaa ha dichiarato che le trattative per l’accordo di sicurezza sono in una fase avanzata, con l’obiettivo condiviso di rispettare la sovranità siriana e di rassicurare le preoccupazioni israeliane in materia di sicurezza.
Possibili sviluppi futuri e posizione siriana
Sharaa ha precisato che, se questo primo accordo di sicurezza dovesse funzionare e Israele rispettasse gli impegni presi, si potrebbe poi discutere di altre questioni, fra cui lo status delle Alture del Golan, territorio siriano occupato illegalmente da Israele dal 1967 e annesso unilateralmente nel 1981. Tale annessione non è riconosciuta dalla comunità internazionale, fatta eccezione per il riconoscimento statunitense avvenuto nel 2019 durante il primo mandato di Donald Trump.
Il leader siriano ha inoltre affermato che nel lungo termine non si esclude la possibilità di discutere di rapporti diplomatici con Israele, ribadendo però che la Siria non intende rappresentare una minaccia per nessuno. Ha infine sottolineato la necessità di ascoltare le piazze arabo-islamiche, profondamente scosse dall’attuale situazione a Gaza.






