Roma, 30 agosto 2025 – L’escalation militare nella Striscia di Gaza ha raggiunto livelli critici con un’intensificazione degli attacchi israeliani su Gaza City e altre aree densamente popolate. Gli ordini delle autorità israeliane hanno costretto quasi un milione di palestinesi a spostarsi verso il sud della Striscia, in una situazione che si fa ogni giorno più drammatica per la popolazione civile.
Intensificazione degli attacchi a Gaza e conseguenze umanitarie
Nella serata di ieri, secondo fonti arabe come l’agenzia Wafa, sono stati lanciati pesanti fumogeni sulla parte occidentale di Gaza City, provocando malori tra i residenti. I raid aerei hanno colpito il quartiere di Sabra a sud della città, mentre droni hanno sorvolato la zona di Third Street nel quartiere di Sheikh Radwan, a nord-ovest. Inoltre, le forze israeliane hanno circondato il quartiere di Zeitoun a est di Gaza City.
Gli attacchi non hanno risparmiato altre località come Jabalia al-Nazla, dove, secondo media arabi, sono stati utilizzati robot dotati di trappole esplosive per distruggere abitazioni civili. A Deir al-Balah, nella Striscia centrale, le forze israeliane hanno aperto il fuoco con mitragliatrici, mentre un bombardamento nella zona di al-Karama ha causato la morte di una donna e suo figlio, ferendo altre persone. Bombardamenti si sono registrati anche nei campi profughi di Al Nuseirat e Khan Younis, oltre che nell’area di Mawasi a Rafah, dove si stanno dirigendo gli sfollati.
L’ospedale Al-Awda di Gaza City ha riferito che nelle ultime 24 ore sono giunti otto palestinesi uccisi, tra cui tre bambini, e 40 feriti, di cui nove donne, a seguito di un attacco delle forze israeliane presso un punto di distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia centrale.
La crisi umanitaria e lo sfollamento di massa
Secondo i dati raccolti da organizzazioni umanitarie come EMERGENCY, la situazione sanitaria nella Striscia di Gaza si aggrava giorno dopo giorno. Nelle cliniche di al-Qarara e al-Mawasi si assiste a un afflusso continuo di pazienti, molti dei quali bambini gravemente malnutriti. Le condizioni di vita sono al limite, con le vie di fuga sempre più ridotte a causa dei bombardamenti e delle evacuazioni forzate.
Il piano israeliano di evacuazione forzata ha portato migliaia di famiglie a spostarsi continuamente in aree già sovraffollate, mettendo a dura prova l’assistenza umanitaria e la sopravvivenza stessa della popolazione civile. Le strutture sanitarie operano con personale ridotto e difficoltà di approvvigionamento, mentre si moltiplicano gli appelli per un cessate il fuoco immediato che fermi l’orrore e consenta la distribuzione degli aiuti essenziali.
Nel frattempo, l’esercito israeliano ha dichiarato Gaza City “zona di guerra” e ha avviato le operazioni militari, scatenando la dura reazione di Hamas che promette una resistenza sanguinosa. La comunità internazionale osserva con preoccupazione, mentre la popolazione civile continua a subire le conseguenze più devastanti del conflitto.






