«Benjamin Netanyahu ha accettato l’accordo su Gaza solo sotto la pressione degli Stati Uniti e soltanto dopo aver superato una linea rossa che il mondo intero riteneva invalicabile». Con queste parole, Majed Al Ansari, portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, ha commentato in modo critico la recente intesa raggiunta nel conflitto israelo-palestinese, intervenendo ai Med Dialogues di Napoli.
L’attacco a Doha e la linea rossa superata da Israele
Al Ansari ha ricordato che «il 9 settembre Israele ha oltrepassato la linea rossa con l’attacco a Doha», un episodio che ha segnato una svolta nelle dinamiche diplomatiche della regione. Questo attacco ha colpito un Paese, il Qatar, che fungeva da mediatore per entrambe le parti nel negoziato su Gaza, in partnership con gli Stati Uniti. L’attacco ha causato la morte di un militare qatarino, evento che ha accentuato la tensione e la percezione di un’incredibile impunità concessa a Israele, finché non è intervenuta la pressione statunitense, secondo quanto riferito dal portavoce qatariota.
Il ruolo degli Stati Uniti
Il contesto più ampio vede gli Stati Uniti giocare un ruolo cruciale nel facilitare il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, con un piano negoziato che prevede, tra l’altro, la liberazione di ostaggi israeliani e un ritiro parziale delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. Fonti americane confermano la pressione esercitata sul primo ministro Netanyahu, che ha dovuto sottostare anche alle richieste di Donald Trump, coinvolto attivamente nei colloqui. Netanyahu ha accettato l’accordo dopo un intenso dialogo, che ha incluso una telefonata di scuse al primo ministro del Qatar per l’attacco a Doha.
Ciononostante, le dichiarazioni del diplomatico qatariota dimostrano come il presidente Trump avrebbe potuto far terminare la guerra a Gaza molto tempo fa. Se la “pressione” esercitata dall’inquilino della Casa Bianca su Netanyahu è stata sufficiente a farlo desistere ora, cosa è cambiato rispetto a prima? Nei mesi scorsi Trump aveva più volte affermato di essere “scontento” di Netanyahu, come nel caso dell’attacco a Doha, e di aver fatto pressioni per una tregua nella Striscia; eppure questa si è verificata soltanto ora.
Che le pressioni fatte da Trump fossero “leggere” o solo di facciata?






