Bruxelles, 21 ottobre 2025 – Il governo olandese ha annunciato l’avvio di un progetto volto a trasferire in Uganda i migranti privi di diritto all’asilo nei Paesi Bassi, seguendo un modello simile a quello recentemente introdotto dagli Stati Uniti. L’iniziativa, che prevede la creazione di un hub di transito gestito con la collaborazione delle Nazioni Unite, punta a gestire in modo più efficace le procedure di rimpatrio e a ridurre la permanenza dei migranti irregolari nei Paesi Bassi.
L’accordo tra Olanda e Uganda per la gestione dei migranti
Il ministro olandese dell’Immigrazione e degli Affari esteri, David van Weel, ha sottolineato che i diritti umani rappresentano una componente centrale dell’accordo raggiunto con il governo di Kampala, che ha dato disponibilità ad accogliere i migranti provenienti principalmente dai paesi africani limitrofi, escludendo persone con precedenti penali o minori non accompagnati. L’amministrazione olandese ha chiesto alle agenzie internazionali UNHCR e OIM di gestire i centri sul posto, garantendo così il rispetto delle normative internazionali, europee e nazionali.

Van Weel ha indicato che il progetto pilota potrebbe partire già nel 2026 e si propone non solo di risolvere i casi di migranti irregolari presenti nei Paesi Bassi, ma anche di fungere da deterrente per future migrazioni non autorizzate. L’accordo si ispira a quello firmato ad agosto dagli Stati Uniti con l’Uganda, sebbene Washington non coinvolga le agenzie delle Nazioni Unite nella gestione.
Reazioni politiche e implicazioni europee
L’idea di deportare richiedenti asilo in paesi terzi come l’Uganda è stata sostenuta soprattutto dalla destra radicale olandese, rappresentata dal Partito per la Libertà di Geert Wilders, che ha definito il piano una risposta più severa alla gestione dell’immigrazione irregolare. L’iniziativa è stata discussa anche nel contesto europeo, durante incontri tra alcuni leader, tra cui la premier italiana Giorgia Meloni, e trova eco nelle proposte della Commissione europea per la creazione di hub di rimpatrio extraterritoriali.
Tuttavia, il progetto è ancora nelle sue fasi iniziali e dovrà affrontare sfide legali e logistiche significative, nonché verifiche in sede giudiziaria olandese, dove si prevedono ricorsi e appelli. Il governo di Kampala, pur accogliendo favorevolmente l’intesa, resta sotto osservazione per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, considerati un elemento imprescindibile dall’Olanda per la prosecuzione del programma.






