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Home Esteri

Nuovi raid a Gaza: oltre 100 morti. Israele: “Ripristinato dalle 9 il cessate il fuoco”

La fragile tregua a Gaza vacilla dopo nuovi attacchi: tra accuse reciproche e allarme umanitario, cresce la preoccupazione internazionale per l’escalation del conflitto

by Alessandro Bolzani
29 Ottobre 2025
Gaza City

Nuovi attacchi a Gaza nonostante il cessate il fuoco | Alanews

Gaza, 29 ottobre 2025 – La tensione nella Striscia di Gaza si è nuovamente acuita nelle ultime ore, con un’escalation di raid israeliani che hanno provocato un pesante bilancio di vittime tra la popolazione palestinese. La situazione rimane fragile, nonostante gli sforzi internazionali per mantenere il cessate il fuoco entrato in vigore lo scorso 10 ottobre.

Secondo quanto riferito da fonti militari al Times of Israele, dopo l’ultima ondata di attacchi aerei sulla Striscia di Gaza durante la notte e nelle prime ore della mattina, Israele ritiene nuovamente in vigore il cessate il fuoco dalle 9.

Tuttavia media palestinesi riferiscono di un nuovo attacco aereo israeliano sul nord della Striscia, questo pomeriggio. L’Idf, citato da Haaretz, ha spiegato di aver colpito una “minaccia imminente nel nord di Gaza“.

Secondo fonti dell’Idf Hamas si appresta a consegnare nei prossimi giorni i corpi di quattro ostaggi israeliani deceduti.

La situazione dei corpi degli ostaggi e il contesto del cessate il fuoco

Ad oggi, rimangono 13 i corpi degli ostaggi senza vita ancora trattenuti nella Striscia di Gaza, su un totale di 28 che Hamas dovrebbe restituire in base agli accordi per il cessate il fuoco. Non è stato specificato il momento esatto in cui avverrà la consegna delle salme, ma il rilascio è atteso entro pochi giorni, secondo quanto riferito dall’Idf.

Nuovi raid israeliani e il bilancio delle vittime a Gaza

Secondo fonti mediche locali e la Protezione civile palestinese, i bombardamenti israeliani ripresi ieri hanno causato oltre 100 morti, tra cui numerosi civili e bambini, e circa 200 feriti nella Striscia di Gaza. La Protezione civile ha denunciato che questi attacchi rappresentano una «chiara e flagrante violazione dell’accordo di cessate il fuoco», definendo la situazione sul territorio «catastrofica e terrificante». I raid hanno colpito diverse aree, tra cui Gaza City, Rafah e vari campi profughi.

Mahmud Bassal, portavoce dell’agenzia di soccorso che opera sotto l’autorità di Hamas, ha dichiarato che “almeno 101 corpi sono stati portati negli ospedali, tra cui 35 bambini, oltre a numerose donne e persone anziane”, in seguito agli attacchi avvenuti in meno di dodici ore.

Il bilancio, riferisce il Times of Israel, è stato confermato anche da un conteggio dell’Afp basato sui dati forniti dai medici di cinque ospedali della Striscia di Gaza.

Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno riferito che un soldato israeliano riservista, Yonah Efraim Feldbaum, è stato ucciso ieri pomeriggio in un attacco condotto da miliziani palestinesi nell’area di Rafah, nel sud della Striscia. Le IDF hanno accusato Hamas di aver violato ripetutamente la tregua, provocando la reazione israeliana, mentre il gruppo palestinese nega il coinvolgimento diretto nell’attacco.

Israele vieta alla Croce Rossa le visite ai detenuti palestinesi

Israele ha deciso di impedire al Comitato Internazionale della Croce Rossa di effettuare visite ai prigionieri palestinesi, applicando una legge che riguarda i cosiddetti “combattenti illegali”. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Israel Katz, spiegando che la misura è stata adottata per motivi di sicurezza nazionale.

Katz ha dichiarato che, secondo le valutazioni ricevute, consentire le visite della Croce Rossa ai detenuti palestinesi rappresenterebbe un rischio concreto per la sicurezza del Paese. “Le opinioni che mi sono state presentate non lasciano dubbi sul fatto che le visite della Croce Rossa ai terroristi nelle carceri danneggerebbero gravemente la sicurezza dello Stato. La sicurezza dello Stato e dei nostri cittadini viene prima di tutto”, ha affermato il ministro in una nota diffusa dal suo ufficio.

La decisione, che si inserisce in un clima già teso per la gestione dei detenuti palestinesi in Israele, ha sollevato preoccupazioni sul rispetto dei diritti umanitari e sulle possibilità di monitoraggio indipendente delle condizioni di detenzione.

Le reazioni internazionali e la posizione degli Stati Uniti

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha commentato la situazione affermando che «nulla metterà a repentaglio il cessate il fuoco a Gaza», pur sottolineando che Israele ha il diritto e la necessità di reagire in caso di attacchi contro i suoi soldati. Parlando a bordo dell’Air Force One, Trump ha dichiarato: «Hanno ucciso un soldato israeliano. Quindi gli israeliani hanno reagito. E dovevano reagire».

Queste dichiarazioni arrivano in un momento delicato, mentre la tregua mediata da Stati Uniti, Egitto, Qatar, Turchia e Arabia Saudita sembra essere messa alla prova da continui scontri e reciproche accuse di violazioni. La comunità internazionale osserva con preoccupazione, mentre le condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza si aggravano a causa delle offensive e del blocco persistente.

La situazione rimane quindi estremamente tesa, con un alto numero di vittime civili e un rischio di ulteriore escalation che mette a dura prova la fragile tregua in vigore dall’inizio di ottobre.

Per approfondire: Tre raid su Gaza City: bombe cadono nei pressi dell’ospedale principale

Tags: Donald TrumpGazaHamasIsraele

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