“Chi l’avrebbe mai creduto? La gente continua a dire che le IDF dovrebbero ritirarsi… Assolutamente no, non accadrà”. Con queste parole Benjamin Netanyahu ha espresso chiaramente la propria posizione durante un’intervista in ebraico, avvenuta poco dopo l’evento stampa in cui Donald Trump ha presentato il suo piano in 20 punti per porre fine al conflitto e garantire il rilascio degli ostaggi a Gaza.
La replica di Netanyahu al piano di Trump
Il premier israeliano ha sottolineato che, invece di essere isolato da Hamas, Israele avrebbe ottenuto l’effetto opposto: “Ora il mondo intero, compresi Paesi arabi e musulmani, sta facendo pressione su Hamas perché accetti le condizioni… per rilasciare tutti i nostri ostaggi… mentre l’IDF rimane nella maggior parte della Striscia”. Queste dichiarazioni contraddicono apertamente il piano proposto da Trump, che prevedeva il ritiro delle forze israeliane da Gaza come passo preliminare per facilitare il rilascio degli ostaggi.
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Le critiche di Max Blumenthal
Il giornalista Max Blumenthal ha commentato le parole del premier evidenziando la contraddizione tra le versioni fornite in lingue diverse. “In ebraico, Netanyahu svela il gioco: l’‘Iniziativa di pace per Gaza’ è solo uno stratagemma per presentare Hamas come ostacolo. Israele non ha alcuna intenzione di ritirare le truppe e non applicherà il piano in buona fede”.
Nessun riconoscimento allo Stato palestinese
Netanyahu ha anche affermato di non aver mai accettato la prospettiva di uno Stato palestinese nei colloqui con il presidente statunitense Donald Trump. Una precisazione che appare in netto contrasto con l’impostazione del piano di Washington, che punta a un accordo complessivo per il Medio Oriente e a una soluzione a due Stati come orizzonte politico.
Il premier ha inoltre ribadito che le Forze di difesa israeliane non lasceranno la Striscia. “Recupereremo tutti i nostri ostaggi, vivi e in buona salute, mentre Tsahal resterà nella maggior parte di Gaza”, ha dichiarato in un video diffuso sul suo canale Telegram.
Precedenti dichiarazioni contraddittorie di Netanyahu
Non si tratta del primo episodio di comunicazione ambivalente. In occasione del bombardamento dell’ospedale Nasser del 25 agosto, che ha provocato la morte di 20 persone, tra cui 5 giornalisti, Netanyahu in inglese aveva parlato di “tragico errore”. In ebraico, invece, era stata confermata l’autorizzazione piena all’attacco, mostrando ancora una volta la distanza tra la narrazione internazionale e quella interna.
Per approfondire: Ecco il Piano Usa per Gaza: ostaggi liberi in 72 ore, creazione di un organismo di transizione






