Roma, 8 ottobre 2025 – Vincenzo Fullone, membro della nave umanitaria Conscience, si è mostrato in lacrime durante una diretta streaming nella serata di ieri, poco prima che la sua imbarcazione venisse oggetto di un abbordaggio da parte dell’esercito israeliano. La Conscience, ammiraglia della seconda ondata della Freedom Flotilla Coalition, è stata intercettata e attaccata in acque internazionali, a circa 120 miglia nautiche dalla Striscia di Gaza, al largo della costa egiziana.
L’assalto israeliano in acque internazionali

L’operazione militare israeliana è iniziata intorno alle 4:30 della notte tra il 7 e l’8 ottobre, con un assalto condotto da incursori a bordo di un elicottero e gommoni d’assalto. Le otto barche a vela scortate dall’associazione ThousandMadleens e la nave ospedale Conscience sono state raggiunte da uno sciame di droni, prima dell’arrivo delle forze speciali israeliane. Gli incursori hanno distrutto le telecamere di bordo a colpi di mitra e hanno bloccato la flotta umanitaria, impedendo l’ingresso nella Striscia di Gaza.
La Conscience, ex traghetto riconvertito in nave ospedale, trasportava circa 120 persone, tra medici, infermieri, soccorritori e giornalisti, con oltre una tonnellata di farmaci e dispositivi medici destinati agli ospedali di Gaza. Nonostante la missione fosse pacifica e umanitaria, il blocco è stato rivendicato dal Ministero degli Esteri israeliano come un’azione legittima per impedire l’ingresso in una “zona di combattimento”. I passeggeri sono stati trasferiti in un porto israeliano e si prevede la loro espulsione.
L’appello di Vincenzo Fullone e il contesto umanitario
Durante la diretta, Vincenzo Fullone ha espresso il suo dolore per la situazione nella Striscia di Gaza, dove ha vissuto per diversi anni. “Non sono lacrime di paura, sono lacrime per la gente di Gaza”, ha dichiarato, ricordando come molti amici e colleghi medici siano stati uccisi o imprigionati negli ultimi anni. Fullone ha lanciato un appello affinché le manifestazioni di piazza per la Palestina proseguano con determinazione: “Israele, se ferma noi, fermerà sempre tutto, dovete reagire, continuate a manifestare”.
Tra i volontari a bordo, molti sono professionisti sanitari di alto livello, tra cui anestesisti, chirurghi, psichiatri e ginecologi provenienti da diverse parti del mondo, tra cui l’Italia. Sono presenti anche dieci italiani, per i quali il Ministero degli Esteri italiano ha attivato un’unità di crisi per garantire assistenza consolare. Tra loro figurano i medici Riccardo Corradini e Francesco Prinetti, l’infermiere Stefano Argenio e la pedagogista Elizabeth Di Luca.
Il blocco imposto da Israele alla Striscia di Gaza dura dal 2007, con conseguenze drammatiche per la popolazione locale, che conta circa 590.000 abitanti e vive in condizioni di estrema difficoltà economica e sanitaria. La nave Conscience aveva già subito un attacco a maggio scorso, quando un ordigno danneggiò il ponte senza causare feriti, costringendo alla sospensione della missione.
La nuova operazione israeliana rappresenta il secondo abbordaggio in acque internazionali di una flotta umanitaria diretta a Gaza in poche settimane, alimentando ulteriormente la tensione internazionale sulla questione del blocco navale e dell’assistenza alla popolazione palestinese.






