Medio Oriente: proseguono le tensioni in Cisgiordania, teatro di un’escalation di violenze e arresti da parte delle forze israeliane. Secondo quanto riportato dall’agenzia palestinese Wafa e da Al-Jazeera, nelle ultime ore sono stati arrestati 21 palestinesi, tra cui anche minori, durante operazioni su vasta scala condotte dall’esercito israeliano.
Medio Oriente: arresti e tensioni in Cisgiordania
Le autorità israeliane hanno intensificato le azioni in Cisgiordania, in particolare a Jenin, con l’operazione militare denominata “Muro di Ferro“, annunciata dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu. L’obiettivo dichiarato è contrastare quello che definisce “il nido di terroristi” rifornito di armi dall’Iran. L’operazione ha già visto una serie di attacchi con droni contro presunte infrastrutture terroristiche, con un bilancio di almeno nove morti e 35 feriti, secondo le autorità locali, senza però specificare l’appartenenza delle vittime alle fazioni armate.
Parallelamente, la polizia israeliana ha segnalato l’arresto di undici persone a Gerusalemme Est nelle ultime due settimane, tra cui minori, accusate di aver partecipato a violenze contro le forze dell’ordine, tra cui incendi di cassonetti e lancio di pietre e bombe incendiarie.
Secondo dati palestinesi, dall’inizio del conflitto a Gaza, circa due anni fa, sono stati arrestati più di 20.000 palestinesi nei territori occupati. L’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem ha denunciato che, alla fine del 2024, erano detenuti 206 minori nelle carceri israeliane, di cui 113 per motivi di sicurezza. L’ong Defence for Children International ha evidenziato che a giugno il 41% dei 360 minori palestinesi detenuti era trattenuto senza accusa.
Attacchi dei coloni e impatto sulle comunità locali
Nella notte tra lunedì e martedì, decine di coloni israeliani hanno compiuto attacchi contro villaggi palestinesi come Jinsafut e al Funduq, lanciando pietre, incendiando veicoli e tentando di irrompere nelle abitazioni. Fonti locali riferiscono inoltre di un assalto alla Challenge School nel villaggio di Khirbet Ibziq, a nord-est di Tubas, dove un gruppo di coloni ha vandalizzato l’istituto, distruggendo arredi e bruciando la bandiera palestinese. Questi attacchi, spesso perpetrati sotto la protezione delle forze israeliane, contribuiscono a creare un clima di paura e tensione tra gli studenti e gli abitanti.
Le autorità israeliane sono accusate di una gestione permissiva della violenza dei coloni, la cui responsabilità viene attribuita in parte al ministro dimissionario Itamar Ben Gvir, noto sostenitore dei coloni. Recentemente, il ministro della Difesa Israel Katz ha annunciato la liberazione di sette israeliani in detenzione amministrativa per violenze commesse.
L’escalation di violenze è accompagnata da una crescente mobilitazione palestinese, con Hamas che esorta a intensificare gli scontri in Cisgiordania in risposta all’offensiva israeliana.
La situazione a Gaza
In questo clima, l’Autorità nazionale palestinese continua a sottolineare la propria volontà di governare e ricostruire, come ha ribadito la ministra degli Esteri palestinese Varsen Aghabekian, impegnata nel promuovere aiuti umanitari e ricostruzione nella Striscia di Gaza, nonché nel sostenere l’idea di un unico Stato con un solo governo e la smilitarizzazione di Hamas.
L’attenzione internazionale resta alta, mentre la complessa situazione in Cisgiordania si intreccia con le iniziative diplomatiche e le tensioni regionali che coinvolgono Israele, i palestinesi e i paesi arabi limitrofi.






