È iniziata oggi a Beirut la riunione del Consiglio dei Ministri libanese convocata per discutere il delicato tema del disarmo di Hezbollah, una questione centrale nella stabilità della regione mediorientale e nel contesto delle pressioni internazionali, in particolare da parte di Stati Uniti e Israele.
Ministri di Hezbollah e Amal abbandonano la riunione
La seduta, tenutasi nel palazzo presidenziale di Baabda, ha subito un importante colpo quando quattro ministri su cinque appartenenti a Hezbollah e al suo alleato Amal si sono ritirati dall’aula. Secondo quanto riportano i media locali, tale gesto era previsto e ha avuto lo scopo di dissociarsi da qualsiasi decisione governativa riguardante il disarmo del partito sciita. Questo ritiro sottolinea la forte tensione politica interna e la delicatezza del tema, che coinvolge direttamente il ruolo di Hezbollah nella politica libanese e nella sua struttura militare.
Nonostante l’assenza dei ministri sciiti, la riunione è proseguita con la presentazione da parte del comandante dell’esercito libanese, il generale Rodolphe Haykal, di un piano elaborato dall’istituzione militare per il disarmo. Il documento ribadisce il principio della esclusività delle armi in mano allo Stato, come già stabilito nella precedente riunione governativa del 5 agosto. Tuttavia, per evitare tensioni maggiori, il piano non sarà sottoposto a una votazione formale, ma solo preso atto dal governo, con successiva emanazione di una decisione ufficiale che riconoscerà il valore delle misure adottate per rafforzare l’autorità statale.
Il piano dell’esercito e le pressioni internazionali
Secondo le fonti libanesi, l’implementazione del piano di disarmo si estenderà su un periodo di circa quindici mesi, molto più lungo rispetto ai tre o quattro mesi richiesti dagli Stati Uniti. Inoltre, l’attuazione è condizionata dal ritiro israeliano dal sud del Libano. Washington, infatti, ha lanciato un severo avvertimento alle autorità libanesi: il tempo per avviare azioni concrete verso il disarmo di Hezbollah sta per scadere. Il New York Times ha riferito che ulteriori ritardi potrebbero compromettere il sostegno finanziario degli Stati Uniti e dei paesi del Golfo o addirittura portare a una nuova offensiva militare israeliana, considerata la minaccia più grave nella regione.
Questa discussione si colloca in un contesto regionale complesso, dove Israele è impegnato in un conflitto aperto con Hamas nella Striscia di Gaza e sta valutando l’occupazione militare totale del territorio, mentre le pressioni internazionali, in particolare statunitensi, cercano di contenere le tensioni e di spingere verso una soluzione politica.
Hezbollah, nato come milizia nel 1982 e divenuto un influente partito politico e militare, mantiene un ruolo cruciale nella politica libanese e nella sicurezza regionale, sostenuto da alleanze strategiche con l’Iran e la Siria. Il suo disarmo è considerato da molti un passo fondamentale per il rafforzamento della sovranità del Libano e per la stabilizzazione del Medio Oriente.






