Beirut, 28 agosto 2025 – Prosegue il delicato processo di disarmo delle milizie palestinesi in Libano, in un contesto regionale segnato da mutamenti significativi dopo la recente sconfitta dell’Iran e dei suoi alleati nel conflitto con Israele. Parallelamente, oggi è previsto il voto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per il rinnovo della missione Unifil nel sud del Libano, una forza internazionale che vede la partecipazione di circa mille militari italiani.
Milizie palestinesi consegnano le armi all’esercito libanese
Secondo fonti dei media di Beirut, nelle ultime ore le milizie palestinesi di Fatah, partito del presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), hanno consegnato le armi nel campo di Rashidiye, vicino a Tiro, a circa 90 chilometri a sud della capitale libanese. Questo passaggio rappresenta un ulteriore passo nel disarmo delle milizie palestinesi, iniziato nei giorni scorsi con la consegna di armi da parte di altre milizie di Fatah nel campo di Burj al Barajne, alla periferia sud di Beirut, tradizionale roccaforte di Hezbollah, alleato filo-iraniano.
Il negoziato interno libanese per il disarmo di Hezbollah resta invece in stallo, nonostante le crescenti pressioni politico-militari da parte di Stati Uniti e Israele.
Il voto sul rinnovo della missione Unifil
Oggi pomeriggio, alle 16:30 ora italiana (10:30 ora di New York), il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite discuterà e voterà il rinnovo annuale della missione Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon). La missione, attiva dal 1978 e con un contingente internazionale che include circa mille militari italiani, ha il compito di monitorare la linea di demarcazione tra Libano e Israele, stabilita dopo il ritiro israeliano dal Libano nel 2000.
La missione è considerata da alcuni paesi europei e dalla Francia un elemento chiave per la stabilità regionale, mentre Stati Uniti e Israele ne chiedono da tempo lo smantellamento, puntando a una riorganizzazione dell’assetto militare nell’area. Recentemente, l’inviato speciale Usa per Siria e Libano, Thomas Barrack, ha confermato l’intenzione di Washington di votare a favore del rinnovo, pur esprimendo un forte scetticismo sulla sua efficacia. Secondo osservatori internazionali, Israele e Stati Uniti auspicano lo scioglimento di Unifil entro il 2027, in seguito ai cambiamenti politici e militari in Libano, segnati dall’indebolimento dell’asse filo-iraniano dopo la sconfitta di Hezbollah.
La missione Unifil è stata oggetto di tensioni, come l’attacco di un carro armato israeliano a una postazione Unifil nel sud del Libano, denunciato dalla forza ONU, che ha sottolineato la necessità di rispettare l’inviolabilità delle sedi e la sicurezza del personale.
Intanto, il Libano continua a essere un punto nevralgico del Medio Oriente, con la presenza di gruppi paramilitari come Hezbollah, che mantiene una forte influenza politica e militare, e con il delicato equilibrio tra le comunità locali e le potenze internazionali impegnate nel conflitto regionale.





