Tel Aviv, 2 settembre 2025 – Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato per questa sera una riunione d’emergenza con i principali ministri del governo per discutere le possibili contromisure da adottare in risposta all’imminente riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di diversi paesi europei, tra cui Belgio e Francia, che si preparano a sostenere tale iniziativa all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
La questione della sovranità in Cisgiordania
Al centro del confronto vi sarà in particolare il tema dell’applicazione della sovranità israeliana in Giudea e Samaria, ovvero la Cisgiordania. Nonostante le pressioni interne, il piano attualmente sostenuto da Netanyahu prevede una sovranità parziale, limitata alla Valle del Giordano. Questa posizione è stata confermata da una fonte governativa che ha sottolineato come il premier intenda evitare una dichiarazione di sovranità sull’intero territorio, mossa che potrebbe attirare dure critiche dall’Europa e aggravare l’isolamento internazionale di Israele, nonostante il probabile sostegno degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump.
Tale approccio moderato si scontra con le posizioni più radicali di alcuni ministri di ultradestra, favorevoli all’annessione completa di gran parte della Cisgiordania. Tuttavia, la circostanza è resa complicata dalle imminenti vacanze della Knesset, che impediscono una decisione immediata.
Cresce la tensione diplomatica con l’Europa
L’annuncio del riconoscimento dello Stato palestinese da parte della Francia e di altri paesi europei ha scatenato una dura reazione da parte del governo israeliano. Il premier Netanyahu ha accusato Parigi di voler “ricompensare il terrorismo”, mentre il ministro degli Esteri Israel Katz ha avvertito che tale scelta “potrebbe avere gravi ripercussioni sulle relazioni bilaterali tra Israele e Francia”. L’ultraradicale ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha definito il presidente francese Macron “un amico dei terroristi”, mentre il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha condannato il riconoscimento come un “atto ostile che incoraggia l’odio antisemita mascherato da solidarietà ai palestinesi”.
La controffensiva israeliana prevede anche la possibile sospensione di progetti congiunti e la revisione degli accordi bilaterali con la Francia. Intanto, il premier ha ribadito che “nessuno Stato palestinese sorgerà mai finché Gaza sarà nelle mani di Hamas e la Cisgiordania in quelle dell’Autorità Nazionale Palestinese”.
La situazione si inserisce in un contesto di forte tensione politica e militare, con una situazione umanitaria a Gaza che continua a destare preoccupazione internazionale, mentre Netanyahu e l’amministrazione Trump mantengono una linea di fermezza nei confronti di Hamas e della leadership palestinese.






