Sale la tensione e la frustrazione tra le famiglie degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza. L’Hostage and Missing Families Forum ha lanciato un’accusa pesante nei confronti del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, sostenendo che stia cercando di insabbiare l’accordo sugli ostaggi.
La protesta delle famiglie degli ostaggi contro Netanyahu
Secondo quanto riferito dal Forum, durante la riunione del gabinetto per la sicurezza di ieri sera, non sarebbe stata presa in considerazione alcuna intesa per il rilascio dei rapiti. Le famiglie denunciano che Netanyahu stia sacrificando gli ostaggi e i soldati “sull’altare della sua sopravvivenza politica”, nonostante sul tavolo ci sarebbe un accordo tangibile, accettato da Hamas, per la liberazione dei prigionieri.
Al momento, 48 ostaggi rimangono trattenuti nei tunnel di Gaza da Hamas da quasi due anni. Le famiglie ribadiscono l’urgenza di vederli tornare a casa per poter trascorrere le festività con i loro cari o, in caso contrario, di permettere che abbiano una sepoltura dignitosa nella loro patria.
Il contesto politico
Il clima politico estremamente teso, alimentato anche dalla guerra in corso tra Israele e Hamas, rende ancora più complesso il quadro relativo alle trattative per la liberazione degli ostaggi. Hamas, organizzazione islamista palestinese che controlla la Striscia di Gaza, è stata la responsabile del massiccio attacco contro Israele del 7 ottobre 2023, che ha portato al rapimento di centinaia di persone, molte delle quali ancora prigioniere.
La situazione resta dunque critica e le famiglie degli ostaggi chiedono con forza un impegno concreto per il rilascio dei loro cari.






