Parigi, 13 novembre 2025 – A dieci anni dagli attentati terroristici del 13 novembre 2015 che sconvolsero la capitale francese, il Bataclan continua a rappresentare un luogo di memoria e rinascita culturale. Meta di commemorazioni ufficiali e simbolo di resilienza, la storica sala da concerti è oggi gestita in modo diverso rispetto al passato, con una programmazione musicale che abbraccia nuovi generi e una proprietà che ne sottolinea l’importanza pubblica e culturale.
Il Bataclan, tra memoria e trasformazione culturale
Prima della tragedia del 2015, il Bataclan era una delle sale da concerto più celebri di Parigi, apprezzata per la sua atmosfera intima e la storica facciata ispirata alle pagode cinesi, progettata dall’architetto Charles Auguste Duval. Negli anni Settanta e Ottanta, il locale ospitava artisti di fama internazionale, dai Led Zeppelin a Prince, da Lou Reed ai Ramones, diventando un punto di riferimento per la scena rock mondiale.
La notte del 13 novembre 2015, però, cambiò radicalmente la sua identità: tre terroristi affiliati allo Stato Islamico irruppero durante il concerto degli Eagles of Death Metal, provocando la morte di 90 persone e lasciando segni indelebili nella storia della città. Da allora, il Bataclan è diventato anche un luogo di memoria, dove ogni anno si svolgono cerimonie ufficiali alla presenza di istituzioni, famiglie delle vittime e cittadini, che si fermano per lasciare fiori e messaggi in segno di rispetto.
Dal punto di vista gestionale, il Bataclan ha vissuto diverse trasformazioni. Nel 2021, infatti, il Comune di Parigi ha acquisito la sala da concerti dal gruppo Lagardère per circa 1,4 milioni di euro, segnando il passaggio da una gestione privata a un controllo pubblico. Questa mossa, fortemente voluta dalla sindaca Anne Hidalgo, ha sancito l’integrazione del Bataclan nel patrimonio culturale della città, pur modificandone in parte l’identità originaria, tradizionalmente legata al rock.
La rinascita dopo la tragedia e la pandemia
Dopo un anno di chiusura per ristrutturazioni e adeguamenti di sicurezza, il Bataclan ha riaperto nel novembre 2016 con un concerto di beneficenza di Sting, il celebre cantante britannico, che ha destinato i ricavi a sostegno delle famiglie delle vittime. Questo evento ha segnato l’inizio di un lento ritorno alla normalità, nonostante la difficoltà di riportare sul palco artisti e pubblico in un luogo così segnato dal trauma.
La pandemia di COVID-19 ha poi imposto un nuovo periodo di chiusura, aggravando le sfide economiche e organizzative della sala. Tuttavia, sotto la gestione della Paris Entertainment Company (PEC), società in cui il Comune detiene la maggioranza, il Bataclan sta ampliando la sua offerta artistica. La nomina di Hélène Calmels a direttrice artistica ha portato a una programmazione più eclettica, con concerti che spaziano dal rock al rap, dall’R&B al K-pop, fino a serate di musica classica e stand-up comedy.
Gli Eagles of Death Metal e il ricordo indelebile
Il frontman degli Eagles of Death Metal, Jesse Hughes, ha recentemente ricordato con emozione la tragica serata del 2015, sottolineando come quel momento oscuro abbia lasciato un segno indelebile nei sopravvissuti e nella sua vita personale. Hughes mantiene ancora oggi contatti stretti con circa 500 persone presenti quella notte, definendoli come una famiglia.
Nonostante il trauma, la band continua a suonare e ha in programma un nuovo album e un tour internazionale, con la volontà di trasformare il dolore in un messaggio di amore e unità. Hughes ha inoltre espresso il suo disinteresse per il processo giudiziario nei confronti di Salah Abdeslam, uno degli attentatori, preferendo concentrarsi sul futuro e sulla musica.
Sting e il concerto di riapertura
Tra i protagonisti del primo concerto di beneficenza al Bataclan dopo la riapertura, Sting, icona della musica britannica e già leader dei Police, ha svolto un ruolo significativo. Oltre a sostenere le famiglie delle vittime, il cantautore ha contribuito a rilanciare l’immagine del locale, portando la sua esperienza e il suo impegno artistico e umano.
Le commemorazioni del decennale
Il decimo anniversario degli attentati è stato celebrato con una serie di eventi commemorativi in tutta Parigi, dal Bataclan allo Stade de France, passando per i locali colpiti quella tragica notte, come Le Carillon e Le Petit Cambodge. Alla presenza del presidente Emmanuel Macron, della sindaca Anne Hidalgo e di numerosi rappresentanti istituzionali, le cerimonie hanno ricordato le oltre 130 vittime di 23 nazionalità diverse, tra cui la ricercatrice veneziana Valeria Solesin.
In Place de la République, migliaia di cittadini hanno deposto fiori, candele e messaggi sotto la statua della Marianne repubblicana, in un gesto collettivo di solidarietà e memoria. È stato inaugurato inoltre il giardino memoriale “Jardin du 13 novembre 2015”, destinato a rimanere un simbolo permanente della rinascita e della forza di Parigi di fronte al terrore.






