Tunisi, 9 settembre 2025 – In un clima di forte tensione, la relatrice speciale dell’Onu sui territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, ha rivolto un appello di fermezza e disciplina ai membri dell’equipaggio della Global Sumud Flotilla, dopo il presunto attacco notturno all’imbarcazione Family, ormeggiata al largo del porto di Sidi Bou Said e diretta a Gaza.
Flotilla, Albanese incoraggia: “Non fatevi intimidire”
A Tunisi, durante un punto stampa riferito alla Flotilla, Albanese ha sottolineato l’importanza di mantenere calma e disciplina in tutte le fasi della missione, indipendentemente dalle difficoltà incontrate. «È stata una notte molto tesa per tutti voi. E voglio davvero incoraggiarvi a mantenere la calma e la disciplina in ogni momento, a ogni passo, a ogni cambiamento del vento. Una volta che entrate in questa missione non appartenete più solo a voi stessi», ha dichiarato la relatrice Onu.
Ha ricordato inoltre che, una volta impegnati in questa causa, si serve un obiettivo più ampio legato ai diritti umani. «Dal momento in cui vi fate avanti, servite una causa di diritti umani», ha evidenziato Albanese, auspicando che l’incidente della notte precedente non rallenti la missione né ne comprometta la determinazione.
La missione della Global Sumud Flotilla e il contesto internazionale
La Global Sumud Flotilla ha l’obiettivo di raggiungere Gaza per denunciare e contribuire a porre fine all’assedio israeliano della Striscia. Francesca Albanese, giurista esperta di diritto internazionale e diritti umani, ricopre dal maggio 2022 il ruolo di relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Nel corso del suo mandato, ha espresso critiche dure verso le politiche israeliane, parlando apertamente di un regime di apartheid e di gravi violazioni dei diritti umani nella regione.
Nel suo intervento di oggi, Albanese ha ribadito la natura pacifica e determinata della missione della Flotilla, invitando a proseguire «nello spirito della Sumud: pacifico, fermo e determinato a raggiungere Gaza e a mettere fine all’assedio». La sua posizione ha suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale, ma resta centrale nel dibattito sui diritti dei palestinesi e sulla responsabilità della comunità globale.






