Roma, 26 settembre 2025 – Nel contesto dell’Ottantesima Assemblea Generale dell’ONU, si è tenuto un summit dedicato al contrasto della violenza digitale di genere, un fenomeno che continua a mietere milioni di vittime tra donne e ragazze nel mondo. L’Italia è stata rappresentata da Darya Majidi, presidente di UN Women Italy, e da Gino Cecchettin, advocate italiano del movimento globale HeForShe, che promuove l’uguaglianza di genere coinvolgendo attivamente uomini e ragazzi.
Violenza digitale di genere: un’emergenza globale amplificata dall’intelligenza artificiale
Secondo i dati presentati da UN Women Italy, “milioni tra donne e ragazze ogni anno subiscono forme di violenza online”, con la diffamazione e la disinformazione che rappresentano il 66% dei casi, seguite da abusi sessuali, discorsi d’odio, stalking, doxing e minacce tramite immagini e video. Il fenomeno si è aggravato con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale generativa, che ha amplificato la portata e la rapidità di diffusione di tali contenuti.
Il summit ha evidenziato come la diffusione capillare della cosiddetta “manosfera” – una rete di movimenti online che alimentano misoginia e disinformazione – renda ancora più urgente un intervento globale. Questi gruppi si oppongono al femminismo e sostengono che gli uomini siano vittime di un sistema ingiusto verso di loro, contribuendo a creare un clima ostile che travolge anche figure pubbliche come le giornaliste, di cui oltre due su tre nel mondo hanno subito violenza digitale, come evidenziato dall’ultimo Gender Snapshot Report di UN Women.
Un appello forte a istituzioni, big tech e uomini per un impegno condiviso
Gino Cecchettin, presidente della Fondazione Giulia e advocate di HeForShe, ha sottolineato il ruolo imprescindibile degli uomini nel contrasto alla violenza digitale: “Non possiamo limitarci a osservare: dobbiamo riconoscere e contrastare misoginia, odio e modelli tossici di maschilità che circolano sul web“. Per Cecchettin, essere advocate significa trasformare un’esperienza personale di dolore in un impegno concreto per un cambiamento culturale.
Darya Majidi ha rilanciato l’appello alle istituzioni e alle grandi aziende tecnologiche: “È urgente che tutti uniscano gli sforzi contro la violenza di genere online. Le istituzioni devono adottare politiche educative e leggi più stringenti; le piattaforme digitali devono impedire che i loro spazi diventino zone franche per abusi e misoginia”. Il summit ha visto la partecipazione di oltre quaranta capi di governo, ministri e organizzazioni della società civile, confermando l’importanza della collaborazione multilaterale per arginare questo fenomeno in crescita.





