La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza sta rapidamente peggiorando, con oltre 640.000 persone a rischio carestia entro la fine del mese, un aumento significativo rispetto alle attuali 500.000. A lanciare l’allarme è stato il capo degli aiuti delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, che ha definito questa emergenza una “carestia prevenibile e prevedibile” e ha esortato la comunità internazionale a intervenire tempestivamente per fermarla.
L’allarme di Tom Fletcher: “Serve un’azione immediata”
Tom Fletcher ha sottolineato come le donne, gli anziani e i bambini di Gaza non possono nutrirsi di sole dichiarazioni di preoccupazione. Per evitare che la situazione degeneri ulteriormente, ha chiesto che i valichi di frontiera vengano aperti, garantendo un accesso funzionale e un passaggio sicuro e senza ostacoli verso Gaza. Inoltre, ha esortato a fermare i saccheggi, rilasciare gli ostaggi e stabilire un cessate il fuoco immediato.
L’ONU segnala che un terzo dei centri di trattamento per la malnutrizione a Gaza City sono stati chiusi a causa di ordini di sfollamento forzato, aggravando la crisi sanitaria. Il Ministero della Salute di Gaza ha inoltre confermato che nelle ultime 24 ore altre tre persone sono morte per malnutrizione e fame, portando a 425 il totale delle vittime, di cui circa un terzo sono bambini.
La crisi a Gaza: dati, contesto e l’allarme dell’ONU
La città di Gaza, con una popolazione di circa 590.000 abitanti, è la più popolosa della Palestina e vive una situazione critica dovuta a blocchi e conflitti ricorrenti che hanno messo sotto grave pressione l’economia locale e i servizi essenziali. La Striscia di Gaza dipende da risorse limitate, come le acque sotterranee, e la chiusura dei valichi limita l’accesso a cibo, medicine e aiuti umanitari.
La denuncia di Tom Fletcher rappresenta un grido d’allarme per la comunità internazionale, chiamata a rispondere con urgenza per evitare che la situazione umanitaria a Gaza precipiti ulteriormente.






