L’ultimo episodio del podcast The Daily del New York Times, intitolato The Long Road Home for Gazans, offre un racconto toccante e diretto della vita dei palestinesi che cercano di tornare alle proprie case nel nord di Gaza dopo il recente cessate il fuoco tra Israele e Hamas. La giornalista e produttrice audio Rachelle Bonja raccoglie tre testimonianze emblematiche della distruzione e del dolore provocati dalla guerra, restituendo al pubblico una prospettiva intima e umana sul conflitto.
Le voci da Gaza
I protagonisti dell’episodio sono tre abitanti di Gaza che raccontano, con le loro parole, la difficile realtà del rientro in una terra devastata. Saher Alghorra, fotoreporter che collabora con il New York Times, descrive il suo viaggio attraverso quartieri distrutti e città spettrali. Nidal Kuhail, un ex ristoratore già seguito dal giornale durante la guerra, parla della perdita della sua attività e della fatica di ricominciare da zero. Ma è la storia di Hussein Khaled Auda, ex bodybuilder e proprietario di una piccola palestra a Jabalia, a rappresentare il cuore emotivo dell’episodio.
La tragedia di Hussein Khaled Auda
La vicenda di Auda sintetizza l’enormità della tragedia vissuta da migliaia di famiglie palestinesi. Durante uno degli attacchi aerei, l’uomo ha perso i suoi quattro figli piccoli, mentre la moglie Rawa è rimasta gravemente ferita. Dopo il cessate il fuoco, il suo unico obiettivo è tornare a casa per recuperare e dare degna sepoltura ai resti di due dei suoi bambini, rimasti sepolti tra le macerie. La sua storia, raccontata con lucidità e dolore, mette in luce il senso di impotenza e disperazione che attraversa l’intera popolazione civile di Gaza.
Le verifiche del New York Times
Per garantire l’autenticità delle testimonianze, la redazione del New York Times ha verificato la storia della famiglia Auda attraverso colloqui con la moglie e altri parenti, l’esame di certificati di morte e la revisione di filmati video. Durante queste verifiche è emerso che un cugino di Auda, ucciso durante la guerra, era un dirigente di Hamas. Interrogato su eventuali legami con il gruppo, Auda ha smentito ogni affiliazione, dichiarando di non essere politicizzato e di aver incontrato quel parente solo un paio di volte.
Raccontare Gaza da lontano
L’episodio mette in luce anche le difficoltà del giornalismo internazionale nel coprire la guerra a Gaza. A causa delle restrizioni imposte, il New York Times non può ancora inviare i propri reporter sul campo senza scorta, affidandosi quindi a fonti dirette e a interviste telefoniche per raccogliere testimonianze affidabili.
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