Istanbul, 30 ottobre 2025 – In una conferenza stampa congiunta ad Ankara, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ribadito la legittimità dell’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, suscitando nuove tensioni politiche e sociali nel Paese. Imamoglu, figura di spicco dell’opposizione e principale rivale di Erdogan, è detenuto dal marzo scorso con accuse che vanno dalla corruzione allo spionaggio politico, in un contesto di crescente repressione contro le opposizioni.
Le accuse contro Imamoglu e la risposta dell’opposizione
Il sindaco di Istanbul, già accusato di corruzione, estorsione, riciclaggio di denaro e legami con il PKK, è stato recentemente incriminato anche per spionaggio politico, un’accusa che Imamoglu stesso ha bollato come un “complotto” finalizzato a eliminarlo dalla scena politica turca. Nonostante le contestazioni, il governo di Ankara difende la legittimità degli arresti, affermando che la magistratura turca agisce in piena indipendenza.
I sostenitori del Partito Popolare Repubblicano (CHP), cui Imamoglu appartiene, hanno reagito con proteste e dichiarazioni di condanna, denunciando la “politicizzazione” dei tribunali e l’uso strumentale della giustizia per soffocare l’opposizione. Il presidente del CHP, Özgür Özel, ha definito vergognosa la campagna accusatoria contro Imamoglu, sottolineando che le precedenti accuse di corruzione e terrorismo non hanno mai trovato riscontri concreti.
La posizione di Erdogan e le implicazioni internazionali
Durante l’incontro con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, Erdogan ha sottolineato che in Turchia vige uno stato di diritto e che nessuno, indipendentemente dalla carica ricoperta, può sottrarsi alla legge. Il presidente ha inoltre respinto le critiche dell’Unione Europea, ribadendo che il Paese si attiene non solo ai criteri di Copenhagen ma anche a quelli di Ankara.
Sul piano internazionale, Erdogan cerca di mantenere un’immagine di mediatore regionale, nonostante la dura repressione interna. La crisi giudiziaria di Imamoglu e la risposta governativa hanno suscitato preoccupazioni sull’evoluzione della democrazia in Turchia, mentre nelle strade di Istanbul e di altre città si moltiplicano le manifestazioni di dissenso, spesso vietate dalle autorità.
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