New York, 24 ottobre 2025 – Steve Bannon, ex stratega della Casa Bianca e figura chiave della politica di destra americana, ha riaffermato in un’intervista a The Economist la convinzione che Donald Trump sarà presidente degli Stati Uniti per un “terzo mandato” nel 2028, invitando l’opinione pubblica a prepararsi a questa eventualità. Bannon ha inoltre riferito di avere un piano per consentire a Trump di ottenere un nuovo mandato presidenziale, pur senza entrare nei dettagli.
Bannon: Trump, “strumento della volontà divina” e piano per il 2028
Nel colloquio con The Economist, Bannon ha descritto Donald Trump come un “veicolo della divina provvidenza”, sottolineando che il leader repubblicano rappresenta uno strumento delle volontà divine che necessita “almeno un altro mandato”. L’ex capo stratega della Casa Bianca non ha voluto rivelare le modalità del progetto che permetterebbe a Trump di candidarsi nuovamente e vincere nel 2028, limitandosi a dire: “Ci sono varie alternative e al momento opportuno sveleremo il piano”.
Queste dichiarazioni arrivano mentre Trump è tornato ufficialmente alla Casa Bianca il 20 gennaio 2025, diventando il 47º presidente degli Stati Uniti e realizzando una storica doppia elezione non consecutiva, dopo il suo primo mandato dal 2017 al 2021. Trump, esponente del Partito Repubblicano, ha ripreso la guida del Paese con una piattaforma che rinnova molte delle sue posizioni populiste e nazionaliste, già evidenti nelle precedenti esperienze di governo.
Il Terzo mandato e il 22° emendamento
Negli Stati Uniti è impossibile per un presidente di ricandidarsi per un terzo mandato. Il 22° emendamento infatti, introdotto nel 1951 dopo che Franklin Delano Roosevelt vinse 4 elezioni presidenziali consecutive, vieta questa possibilità. “Nessuna persona può essere eletta alla carica di presidente più di due volte”, recita il 22° emendamento, senza tuttavia specificate se si intenda in assoluto oppure per più di due mandati consecutivi. Il piano annunciato da Bennon potrebbe allora proprio sfruttare questo o altri “loophole” nella Costituzione americana, per far riuscire ad eleggere in qualche modo Donald Trump per una terza volta.
Trump da parte sua ha più volte espresso la volontà di rimanere saldo alla Casa Bianca. Non solo il tycoon ha dichiarato in passato di aver pensato a questa ipotesi e di avere delle “idee” su come fare, ma il suo modus operandi sembra essere molto orientato su questa linea di accentramento del potere e di “monarchia”: ha rimosso gli accrediti a molti giornalisti “nemici” sull’Air Force One e poi al Pentagono, ha inviato la Guardia Nazionale a Washington per “mantenere sicura” la città e ha più volte condotto azioni legali contro i suoi oppositori (ad esempio gli ultimi due direttori dell’FBI). Le proteste ‘No Kings‘ degli ultimi giorni fanno riferimento proprio a questo, a come Trump si ergerebbe a monarca statunitense.
Inoltre, per esprimere quanto a Trump stia stretto il modello democratico statunitense, basterebbe ricordare cosa successe quando perse le presidenziali contro Joe Biden: un gruppo nutrito di repubblicani e suoi sostenitori assaltò Capitol Hill.
Non è chiaro ancora cosa Trump intenda realmente fare con il terzo mandato, se provare ad aggirare o meno la Costituzione statunitense o ritirarsi dopo suoi due mandati. Di sicuro vi è solo che per l’ultimo politico che è stato definito “uomo della provvidenza” non è finita bene.






