L’amministrazione di Donald Trump ha accettato di versare quasi 5 milioni di dollari alla famiglia di Ashli Babbitt, uccisa dalla polizia il 6 gennaio 2021 durante la rivolta al Capitol Hill. La famiglia aveva chiesto un risarcimento di 30 milioni di dollari per omicidio colposo, ma hanno raggiunto un accordo
L’amministrazione di Donald Trump ha annunciato un risarcimento di quasi 5 milioni di dollari alla famiglia di Ashli Babbitt, la sostenitrice del presidente uccisa dalla polizia durante l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Questo tragico evento ha segnato un momento cruciale nella storia recente degli Stati Uniti, mettendo in luce le crescenti tensioni politiche e sociali nel paese.
Chi era Ashli Babbitt
Ashli Babbitt, 35 anni, era una veterana dell’Air Force e una fervente sostenitrice della causa di Donald Trump. Durante l’assalto, tentò di forzare l’ingresso della sala d’attesa della speaker della Camera, quando fu colpita a morte da un proiettile sparato da un agente di sicurezza. Le immagini di quel tragico momento, riprese da diversi testimoni, hanno fatto il giro del web, generando un acceso dibattito sulla legittimità e le modalità delle azioni della polizia.
La causa della famiglia Babbitt
La famiglia di Babbitt ha intentato una causa per omicidio colposo all’inizio del 2024, chiedendo un risarcimento di 30 milioni di dollari. Recentemente, secondo fonti vicine al Washington Post, le parti hanno raggiunto un accordo di massima, ridimensionando le richieste iniziali e portando a un compromesso di circa 5 milioni di dollari. Questo accordo è stato reso possibile nonostante la precedente opposizione del Dipartimento di Giustizia, che aveva inizialmente respinto la causa.
L’impatto dell’assalto al Campidoglio
Donald Trump ha più volte definito Babbitt una martire, esprimendo il suo sdegno quando nel 2023 l’ex speaker della Camera, Kevin McCarthy, ha affermato che l’agente che le ha sparato avesse “fatto il suo lavoro”. Questo episodio evidenzia la polarizzazione del discorso politico negli Stati Uniti, dove figure come Babbitt sono diventate simboli di una lotta più ampia tra diverse visioni del paese.
L’assalto del 6 gennaio ha visto la partecipazione di migliaia di sostenitori di Trump e ha portato a un bilancio tragico: oltre a Babbitt, altre tre persone hanno perso la vita e molti agenti di polizia sono rimasti feriti. Gli eventi di quel giorno hanno avuto ripercussioni significative, inclusi i successivi procedimenti di impeachment contro Trump, rendendolo il primo presidente nella storia degli Stati Uniti a affrontare due procedimenti di impeachment.
L’accordo con la famiglia di Babbitt non solo segna un capitolo nella complessa narrativa dell’assalto al Campidoglio, ma solleva anche interrogativi sulla responsabilità e la gestione della sicurezza durante eventi di tale portata. La morte di Ashli Babbitt continua a essere un tema di dibattito acceso, rappresentando le fratture profonde all’interno della società americana.