Riad conferma la sua posizione netta nei confronti della normalizzazione dei rapporti con Israele, subordinandola a condizioni precise e in particolare alla creazione di uno Stato palestinese. Fonti palestinesi, in contatto con alti funzionari sauditi, hanno ribadito a Haaretz che finché sarà in carica il governo guidato da Benjamin Netanyahu, la normalizzazione non avverrà.
Rifiuto della normalizzazione con il governo Netanyahu
Secondo quanto riportato, la presenza nel governo israeliano di ministri di estrema destra come Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir è considerata da Riad un ostacolo insormontabile per qualsiasi accordo diplomatico o processo di normalizzazione. La tensione nelle aree di Gaza e Cisgiordania, con episodi di violenze e conflitti, alimenta questa posizione. Le fonti sottolineano che Israele non può imporre condizioni diplomatiche all’Arabia Saudita, confermando così la linea di fermezza adottata da Riad.
L’Arabia Saudita ha chiarito che la normalizzazione sarà possibile solo in presenza di una proposta diplomatica concreta e inequivocabile riguardante la creazione di uno Stato palestinese indipendente. La questione palestinese rimane quindi il cardine della politica estera saudita nei confronti di Israele. In questo contesto, la capitale saudita Riad, che conta circa 7,7 milioni di abitanti ed è centro politico e finanziario dell’Arabia Saudita, mantiene una posizione di attesa e condizionalità.
La visita di Mohammed bin Salman e il piano di pace Trump
Gli Stati Uniti, dal canto loro, esprimono un cauto ottimismo circa la possibilità che l’Arabia Saudita possa aderire agli Accordi di Abramo, normalizzando così i rapporti con Israele entro la conclusione del secondo mandato presidenziale di Donald Trump. La notizia, riportata dall’Associated Press, si basa su fonti interne alla Casa Bianca in vista dell’incontro con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Mbs), previsto per martedì prossimo.
Per l’amministrazione americana, il miglior risultato atteso dalla visita del principe è il riconoscimento da parte saudita del piano di pace in 20 punti proposto da Trump come base per la creazione di uno stato palestinese. Secondo le fonti citate, l’Arabia Saudita si è impegnata a valutare la possibilità di aderire agli accordi, un passo che rappresenterebbe un significativo avanzamento nei negoziati di pace mediorientali.






