Le spese militari globali hanno raggiunto un livello senza precedenti nel 2024, segnando un aumento superiore al 9% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge da un recente rapporto delle Nazioni Unite (ONU), che mette in guardia sul crescente impatto di questo trend negativo su pace e sviluppo sostenibile a livello mondiale.
Crescita delle spese militari: dati e impatti economici
Secondo l’analisi dell’ONU, la spesa destinata agli armamenti non solo cresce in termini assoluti ma incide maggiormente sull’economia globale. Dal 2022, infatti, la quota della spesa militare è salita dal 2,2% al 2,5% del prodotto interno lordo (PIL) mondiale, mentre la percentuale sul totale dei bilanci pubblici è passata dal 6,6% al 7,1%. Questa tendenza interessa più di 100 paesi, con un forte impatto soprattutto nei paesi a basso e medio reddito dove un aumento dell’1% della spesa militare si traduce in una quasi equivalente diminuzione delle risorse destinate ai servizi sanitari pubblici. Ciò potrebbe compromettere la capacità di risposta globale a pandemie e ad altri programmi sanitari essenziali.
Le parole di António Guterres e le alternative alla spesa militare
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha sottolineato come “le spese militari eccessive non garantiscano la pace, ma spesso la indeboliscano, alimentando la corsa agli armamenti, esacerbando la sfiducia e distogliendo risorse dalle fondamenta stesse della stabilità“. Guterres, in carica dal 2017 e confermato per un secondo mandato, ha sempre promosso un approccio basato sulla diplomazia e la cooperazione internazionale per invertire questa pericolosa escalation.
Il rapporto ONU evidenzia anche come la spesa militare, pur generando posti di lavoro, sia meno efficiente nel creare occupazione rispetto ad altri settori civili. Un miliardo di dollari investito in difesa può creare circa 11.200 posti di lavoro, mentre la stessa cifra investita in istruzione produce 26.700 posti, in energia pulita 16.800 e in assistenza sanitaria 17.200. Inoltre, un reinvestimento del 15% della spesa militare globale – pari a 387 miliardi di dollari – sarebbe sufficiente a coprire i costi annuali dell’adattamento ai cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo.
Il rapporto dell’ONU rappresenta dunque un chiaro invito a un riequilibrio delle strategie di sicurezza globale, promuovendo investimenti sostenibili e pacifici per il futuro dell’umanità.





