Roma, 7 agosto 2025 – Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha ufficialmente aggiornato il bando per la vendita degli asset aziendali di Ilva e Acciaierie d’Italia, introducendo obblighi stringenti per la decarbonizzazione degli stabilimenti, in particolare quello di Taranto. Questa modifica rappresenta un passo fondamentale nella strategia nazionale per la transizione ecologica e il rilancio industriale sostenibile del settore siderurgico italiano.
Ex Ilva, decarbonizzazione obbligatoria e nuovi vincoli ambientali
La principale novità del bando aggiornato riguarda l’obbligo vincolante di decarbonizzazione del sito dell’Ilva di Taranto, che passa da semplice opzione a requisito inderogabile. Il nuovo documento recepisce le prescrizioni della recente Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata il 25 luglio 2025, con validità di 12 anni e una capacità produttiva autorizzata fino a 6 milioni di tonnellate annue.
I soggetti interessati dovranno impegnarsi a spegnere le aree a caldo alimentate a carbone nel più breve tempo possibile e a realizzare fino a un massimo di tre forni elettrici destinati a coprire l’intera capacità produttiva autorizzata. Si tratta di una trasformazione tecnologica che, secondo le stime, consentirà di ridurre del 95% le emissioni nocive, un risultato atteso da decenni dalla comunità locale e dalle istituzioni.
L’intesa siglata il 31 luglio al MIMIT dal ministro Adolfo Urso con la Regione Puglia e le autorità locali ha sancito un accordo unanime per la piena decarbonizzazione, definita come “la più rapida e sfidante dal punto di vista tecnologico”. Il governo sosterrà questo processo anche tramite la società pubblica Dri d’Italia, che parteciperà alla costruzione degli impianti di preriduzione destinati ad alimentare i futuri forni elettrici.
Tutela occupazionale e nuove opportunità per Genova
Un altro aspetto centrale del bando aggiornato è la tutela occupazionale, principio inderogabile e rafforzato dal confronto costante con le organizzazioni sindacali. La nuova versione del piano industriale che dovrà accompagnare l’offerta vincolante richiede di specificare il numero dei dipendenti da mantenere nel perimetro aziendale, nonché la durata dell’impegno in termini occupazionali e di continuità aziendale.
Per quanto riguarda lo stabilimento di Genova (Cornigliano), il bando introduce la possibilità di realizzare un forno elettrico e impianti di prima lavorazione funzionali alle attività del sito, segnando un potenziale sviluppo industriale e tecnologico anche per questa realtà. Il bando consente l’acquisto dell’intero complesso aziendale o di singoli rami d’azienda, ma a parità di condizioni saranno privilegiate le offerte che garantiscono la continuità produttiva e la tutela occupazionale. I commissari straordinari valuteranno le proposte seguendo criteri di sostenibilità industriale, ambientale e sociale, con la possibilità di attivare fasi di rilancio e negoziazione.
Inoltre, saranno preferite offerte che prevedano la costruzione di un numero maggiore di forni elettrici, il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nel minor tempo possibile e, a regime, il conseguimento di una produzione superiore rispetto alla capacità massima autorizzata dalla nuova AIA. Le offerte vincolanti dovranno essere presentate entro il 15 settembre 2025, mentre la bozza del nuovo contratto di compravendita sarà disponibile nella data room entro il 31 agosto 2025.
Decisione storica per l’ex Ilva
Questa decisione rappresenta una svolta storica nel percorso di trasformazione dell’ex Ilva, come sottolineato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha definito l’accordo un “traguardo che cambierà il modo di produrre acciaio in Italia e in Europa”. Tuttavia, restano ancora questioni aperte riguardanti la firma dell’accordo di programma, fondamentale per introdurre obblighi vincolanti sul mantenimento occupazionale e sugli investimenti compensativi in ambito ambientale e sanitario.
Il MIMIT, guidato dal ministro Urso, conferma così la sua volontà di sostenere lo sviluppo industriale in chiave green, ponendo le basi per una siderurgia italiana più sostenibile e competitiva a livello europeo.
Il tavolo ministeriale e la posizione del sindaco Bitetti
È confermata per il prossimo 12 agosto la riunione sul futuro dell’ex Ilva di Taranto, un appuntamento cruciale per definire le strategie di decarbonizzazione e rilancio dello stabilimento siderurgico. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato a Sky TG24 che il sindaco di Taranto dovrebbe in quell’occasione esprimere chiaramente le intenzioni della città in merito alle proposte avanzate mesi fa con trasparenza.
Dopo un periodo di tensioni e incertezze, la vertenza ex Ilva sembra avviarsi verso una possibile intesa che punta alla sostituzione degli impianti a carbone con tre forni elettrici, mentre resta ancora aperta la questione del polo Dri. Nel recente incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), cui hanno partecipato i ministri Urso e Pichetto Fratin, insieme agli enti locali e al commissario dell’Autorità di sistema portuale, è emersa una convergenza su un verbale condiviso che impegna tutti verso la piena decarbonizzazione del sito industriale. Il Ministero ha inoltre dato mandato ai commissari affinché gli obiettivi di decarbonizzazione vengano integrati nell’aggiornamento della gara in corso con termini perentori.
Il sindaco di Taranto, Pietro Bitetti, dopo aver annunciato le proprie dimissioni a seguito di contestazioni pubbliche, ha fatto ritorno al tavolo ministeriale per presentare una controproposta tecnica e politica. Bitetti ha ribadito la necessità di eliminare l’area a caldo dell’ex Ilva e ha sottolineato che il cambiamento deve tradursi in scelte concrete condivise con la città. “Non ho firmato nulla, sono senza penna”, ha affermato chiarendo la propria posizione contraria all’intesa così com’è stata formulata.




