Palermo, 21 giugno 2025 – Proseguono con la massima cautela le operazioni di recupero del superyacht Bayesian, affondato lo scorso 19 agosto 2024 al largo di Porticello, frazione del comune di Santa Flavia, in Sicilia. Le attività, coordinate dalle autorità marittime e giudiziarie, stanno interessando lo scafo del veliero di 56 metri, realizzato dai Cantieri Perini Navi di Viareggio e appartenuto alla società Revtom Ltd, che è riemerso dall’acqua per la prima volta dal tragico affondamento.
Lo scafo del Bayesian “si presenta sporco ma, almeno a una prima analisi visiva, non sembra riportare particolari danni”: lo ha dichiarato Il direttore marittimo della Sicilia occidentale, Michele Maltese, dalla nave Diciotti della Guardia Costiera, attualmente impegnata nel coordinamento del recupero. “Non possiamo ancora sapere se ci siano falle strutturali: proprio per questo motivo la Procura segue da vicino ogni fase delle operazioni, anche con la presenza di un proprio rappresentante a bordo di una nostra motovedetta”.
Secondo quanto riferito, il lato sinistro dell’imbarcazione, rimasto esposto per tutto il periodo successivo al naufragio, “non presenta anomalie evidenti”, mentre la sovrastruttura mostra segni di danneggiamento, con ogni probabilità provocati durante l’affondamento.
Operazioni di svuotamento e messa a galleggiamento del Bayesian
In queste ore, le idrovore sono impegnate a svuotare le parti accessibili dello scafo, rimuovendo l’acqua di mare per alleggerire l’imbarcazione senza arrecare danni al relitto o rischi ambientali. Il direttore marittimo della Sicilia occidentale, Michele Maltese, ha spiegato che questa prima fase è cruciale per poter poi procedere con il raddrizzamento dello yacht e il sollevamento tramite gru Hebo Lift 10 e 2. Una volta issato, il Bayesian sarà posto in galleggiamento e sottoposto alle prove tecniche richieste dal perito della Procura per accertare le condizioni strutturali e funzionali del relitto.
Il pontone di supporto e la motovedetta della Capitaneria di Porto stanno garantendo la sicurezza dell’area, monitorando con droni a raggi infrarossi e tecnici dell’Arpa ogni possibile rischio di inquinamento, in particolare il versamento di carburante dai serbatoi del veliero, che hanno una capacità complessiva di oltre 49.000 litri.
Indagini e ipotesi sulle cause del naufragio
Il recupero del Bayesian si inserisce in un contesto di indagini giudiziarie coordinate dal procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, con il pm Raffaele Cammarano che è presente a bordo durante le operazioni. Le inchieste cercano di chiarire le cause dell’affondamento, che ha provocato la morte di sette persone, tra cui il noto imprenditore tecnologico britannico Mike Lynch.
Tra le ipotesi più accreditate emerge quella di un guasto nella sala macchine o in un compartimento adiacente, dove un vetro antisfondamento è stato trovato crepato e bombato, segno di una possibile infiltrazione d’acqua antecedente la tempesta. La pressione idrostatica esercitata dall’acqua potrebbe aver causato l’allagamento iniziale, mentre la tempesta avrebbe contribuito al rapido affondamento dello yacht.
Un altro elemento al centro dell’attenzione è l’albero di 72 metri, uno dei più alti al mondo, che prima della tempesta non risultava perfettamente verticale, suggerendo problemi tecnici o strutturali. La vicenda è complicata dal fatto che un veliero vicino, il Sir Robert Baden Powell, non ha subito danni, alimentando domande sulle condizioni di sicurezza del Bayesian quella notte.
Le autorità mantengono il massimo riserbo sull’indagine, mentre le operazioni di recupero proseguiranno nei prossimi giorni, con l’obiettivo di riportare a galla il relitto entro fine mese per consentire un esame più approfondito e la prosecuzione delle indagini. Intanto, il costo del recupero è coperto dall’assicurazione, mentre le richieste di risarcimento legate al naufragio potrebbero superare i 150 milioni di dollari.