Roma, 6 novembre 2025 – Anna Laura Braghetti, ex brigatista delle Brigate Rosse coinvolta nel rapimento di Aldo Moro, è morta all’età di 72 anni a causa di una malattia. La notizia è stata diffusa dalla famiglia che ha annunciato come la donna sia mancata circondata dall’affetto dei suoi cari e amici. I funerali si svolgeranno in forma strettamente riservata.
Il ruolo di Anna Laura Braghetti nel sequestro di Aldo Moro
Nata a Roma il 3 agosto 1953, Anna Laura Braghetti fu una figura chiave della colonna romana delle Brigate Rosse. Era intestataria dell’appartamento di via Montalcini, considerato il luogo di detenzione di Aldo Moro durante il suo rapimento nel 1978. Durante quel periodo, ancora incensurata, Braghetti faceva da copertura agli altri militanti, fingendo di essere la fidanzata di un misterioso complice noto come “ingegner Altobelli”, identificato solo anni dopo come il brigatista Germano Maccari.
Divenuta clandestina dopo la conclusione drammatica del sequestro, partecipò a numerose azioni violente della colonna romana. Tra gli episodi più cruenti, la sparatoria del 3 maggio 1979 in piazza Nicosia, Roma, in cui morirono due agenti di polizia, e l’omicidio del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Vittorio Bachelet nel 1980, in cui Braghetti fu la prima a sparare.
Dalla lotta armata all’impegno sociale
Arrestata nel maggio 1980, Braghetti fu condannata all’ergastolo. Nel corso della detenzione non usufruì di sconti di pena, ma nel 2002 ottenne la liberazione condizionale. Negli ultimi anni di carcere si dedicò al sociale, con particolare attenzione ai detenuti e alle persone in difficoltà. Autrice di due libri, “Il prigioniero” e “Nel cerchio della prigione”, quest’ultimo scritto assieme a Francesca Mambro, Braghetti ha contribuito a raccontare la complessità della sua esperienza e del periodo storico segnato dal terrorismo.
La sua figura resta legata a uno dei capitoli più dolorosi della storia italiana, quello del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro, politico di primo piano e simbolo della Democrazia Cristiana, assassinato dopo 55 giorni di prigionia, evento che segnò profondamente il Paese.
Il legale delle vittime delle BR: “Anna Laura Braghetti aveva un ruolo centrale, non era una crocerossina”
Valter Biscotti, legale dei familiari della scorta di Aldo Moro, ricorda Anna Laura Braghetti come “una figura centrale nella storia delle BR”. “Non era affatto quella sorta di crocerossina rappresentata nel film di Bellocchio – afferma Biscotti – ma una militante attiva. Partecipò all’omicidio di Vittorio Bachelet e svolse un ruolo cruciale nel sequestro di Aldo Moro”.
Secondo il penalista, Braghetti non solo era intestataria dell’appartamento di via Montalcini, dove Moro fu tenuto prigioniero per 55 giorni, ma fu anche una delle tre persone ad aver ascoltato direttamente la voce del presidente della Democrazia cristiana durante la sua prigionia. “Lei e Prospero Gallinari – aggiunge Biscotti – furono incaricati da Mario Moretti di trascrivere le registrazioni contenute in due cassette. La sorte di quei nastri resta uno dei misteri irrisolti del caso Moro: non è mai stato dimostrato che siano stati distrutti”.
Biscotti ricorda infine come la Braghetti, pur avendo in seguito avviato un percorso di riflessione personale, non possa essere considerata una figura pentita. “Ha certamente intrapreso un cammino di ripensamento – osserva – ma non credo di ravvedimento. Resta la protagonista di alcuni dei più gravi e sanguinosi episodi della storia delle Brigate Rosse, incluso l’omicidio di Bachelet”.






