Milano, 6 settembre 2025 – Un pomeriggio di tensioni e manifestazioni ha animato le vie del centro di Milano, dove si è svolto il corteo in solidarietà al centro sociale Leoncavallo, sgomberato lo scorso 21 agosto dopo trent’anni di occupazione in via Watteau. La manifestazione, che ha richiamato oltre 20mila persone da tutta Italia, ha visto un’evoluzione imprevista, culminata con la presa di piazza Duomo da parte dei manifestanti, nonostante le prescrizioni della Questura che avevano fissato il termine del corteo in piazza Fontana.
Il corteo e la presa di piazza Duomo

Partito poco prima delle 15 da Porta Venezia, il corteo ha attraversato le vie centrali della città seguendo un percorso previsto che avrebbe dovuto concludersi in piazza Fontana. Tuttavia, all’arrivo nella piazza adiacente al Duomo, gli attivisti hanno forzato lo sbarramento della polizia in assetto antisommossa, la quale ha aperto un varco consentendo l’ingresso in piazza Duomo. Qui, davanti al Palazzo Reale, i manifestanti hanno salito la statua di Vittorio Emanuele, esponendo uno striscione con lo slogan “Giù le mani dalla città”, motto che ha accompagnato l’intera mobilitazione.
Nel corso di questi momenti si sono registrate tensioni tra manifestanti e forze dell’ordine, con cori contro la polizia e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Nonostante qualche lancio di petardi e uova, non si sono verificati scontri violenti. La polizia ha contenuto la situazione impedendo ulteriori salite sulla statua e mantenendo un cordone per limitare l’accesso ad altre aree.
Proteste diffuse e reazioni politiche
Il corteo ha avuto origine in risposta allo sgombero del centro sociale Leoncavallo, una realtà storica della militanza milanese attiva sin dagli anni Settanta, che ha rappresentato un punto di riferimento culturale e politico per diverse generazioni. La manifestazione si è unita a un pre-corteo promosso dal centro sociale Cantiere, che ha portato in piazza anche studenti e altri collettivi antagonisti, in particolare per protestare contro le politiche abitative del Comune di Milano.
Tra i partecipanti, oltre a numerosi attivisti, figuravano anche esponenti politici come Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, e Alessandro Capelli, segretario del Pd milanese, che hanno ribadito la necessità di risposte concrete sul tema degli spazi sociali e abitativi. Da parte sua, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha difeso l’operato delle forze dell’ordine, sottolineando l’illegittimità dell’occupazione e invitando alla responsabilità nel mantenimento dell’ordine pubblico.
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha condannato gli episodi di violenza, esprimendo solidarietà alle donne e agli uomini in divisa impegnati nel presidio della sicurezza cittadina.
Il pomeriggio milanese è stato caratterizzato anche da azioni simboliche, come l’occupazione temporanea del cantiere del “Pirellino” da parte di alcuni manifestanti, che hanno issato striscioni e versato vernice sulla facciata dell’ex edificio comunale, sottolineando la loro opposizione alla cosiddetta “città dei padroni” e criticando la speculazione edilizia.
La manifestazione ha così rappresentato un momento di forte mobilitazione sociale e politica, ribadendo la centralità del tema degli spazi di aggregazione e della partecipazione cittadina in una delle piazze simbolo di Milano.
Fonte: Roberto Smaldore - Milano, il corteo per il Leoncavallo si prende piazza Duomo. Tensioni con la polizia






