Le critiche di Lovati all’esame antropometrico
Lovati ha espresso forti riserve sull’esame antropometrico disposto dalla Procura di Pavia nei confronti del suo ex assistito, giudicandolo una perdita di tempo e di significato investigativo: “Non avrei mai mandato Sempio a quell’esame, lo trovo completamente inutile”. L’avvocato ha inoltre rimarcato di non condividere la scelta di collaborare con l’accusa, sottolineando che il suo metodo di lavoro non prevede simili concessioni “a meno che non vi sia un obbligo formale”.
Definendo l’esame “l’ennesimo addobbo dell’albero di Natale”, Lovati ha paragonato questa iniziativa ad altre operazioni investigative considerate da lui prive di reale valore probatorio: “Prima la dragatura del fosso, poi l’apertura della spazzatura dopo 18 anni, l’ignoto tre, e adesso questa. È la quarta volta che si aggiunge qualcosa di superfluo a un caso che si trascina da anni”.
Le dichiarazioni di Lovati sull’origine della contaminazione
Durante l’intervista, l’ex legale ha ricordato di aver sempre sostenuto la tesi della contaminazione autoptica, teoria che, secondo lui, avrebbe trovato conferma nel corso delle indagini più recenti. Ha inoltre difeso la correttezza del suo operato in merito alla consulenza Linarello, precisando di essere stato lui stesso a consegnarla all’ex colonnello dei carabinieri Luciano Garofano: “L’ho portata io a Garofano, non vedo dove sia il problema. Non c’entra nulla con le accuse di corruzione: si tratta di scambiare lucciole per lanterne”.
Il caso dello scontrino di Vigevano e l’irrilevanza probatoria
Lovati ha infine commentato il controverso episodio dello scontrino del parcheggio di Vigevano, ritenuto da alcuni un possibile elemento utile alla ricostruzione dei movimenti di Sempio: “Non l’avrei mai presentato, è una sciocchezza che non ha alcuna attinenza con il caso. Nessuno l’ha richiesto e non rappresenta né un indizio né un alibi”. Per l’ex legale, si tratta di una “excusatio non petita”, priva di qualsiasi peso probatorio.
Verso nuovi sviluppi nel caso Garlasco
Le parole di Lovati arrivano in un momento cruciale per l’inchiesta, che sembra orientarsi verso il proscioglimento di Andrea Sempio, amico di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi. L’avvocato ritiene che l’evoluzione del procedimento potrebbe aprire la strada a una possibile richiesta di revisione del processo da parte della difesa di Stasi, riaccendendo così uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi vent’anni.