Roma, 11 settembre 2025 – In occasione del Falastin Festival di Roma, Sami Abu Shehadeh, ex membro della Knesset e attuale leader del partito Balad, ha rilasciato una dura dichiarazione sulla situazione a Gaza, definendola senza mezzi termini un genocidio. Il politico arabo israeliano ha sottolineato come molti esperti di studi sul genocidio e sull’Olocausto, inclusi israeliani di rilievo come il professor Amos Goldberg, concordino nel considerare gli attuali eventi a Gaza come un atto genocidario, con Israele visto non più come vittima ma come carnefice.
La denuncia di Sami Abu Shehadeh: “Israele perpetratore del genocidio”

Durante il suo intervento, Abu Shehadeh ha puntualizzato: “Questa volta, gli ebrei non sono le vittime dell’Olocausto o del genocidio, ma i carnefici”. Il leader di Balad ha inoltre evidenziato il contesto politico interno israeliano, ricordando le imminenti elezioni del 2026, che definiranno il futuro del paese. “Il nostro compito principale sarà impedire che questa coalizione genocida torni al potere”, ha affermato. Abu Shehadeh ha denunciato la bassa affluenza al voto tra gli arabo israeliani, intorno al 50%, invitando la comunità a mobilitarsi per evitare il ritorno al governo di quella che ha definito una “coalizione di criminali di guerra”.
Riguardo alle recenti dichiarazioni del ministro israeliano Itamar Ben-Gvir, Abu Shehadeh ha tracciato un parallelo con i gruppi neonazisti europei, sottolineando però una differenza sostanziale: mentre in Europa tali gruppi sono marginali e isolati, in Israele Ben-Gvir è un ministro con un ruolo di primo piano nella politica nazionale e gode di ampio sostegno parlamentare. “Il problema è che il mondo continua a trattare il governo israeliano come legittimo, nonostante la presenza di figure come Ben-Gvir e Smotrich, che rappresentano posizioni genocidarie”, ha dichiarato.
Il ruolo e la storia del partito Balad nella politica israeliana
Fondato nel 1995 da intellettuali arabi cristiani e musulmani, Balad si presenta come un partito di sinistra nazionalista araba, antisionista e socialdemocratico, con radici profonde nella minoranza araba israeliana. La sua ideologia si basa sulla rivendicazione della piena cittadinanza e uguaglianza per gli arabi israeliani e sul riconoscimento della loro identità nazionale, opponendosi fermamente all’idea di uno Stato ebraico esclusivo.
Nonostante la sua lunga storia di partecipazione politica, Balad ha affrontato numerose difficoltà, tra cui tentativi di esclusione dalle elezioni e accuse di supporto al terrorismo, sempre smentite dalla Corte Suprema israeliana. Il partito ha sostenuto una piattaforma politica che promuove la trasformazione di Israele in una democrazia inclusiva per tutte le comunità e appoggia la creazione di due Stati sulla base dei confini pre-1967, con il diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi.
Negli ultimi anni, con la guida di Sami Abu Shehadeh, Balad ha mantenuto una posizione di indipendenza rispetto agli altri partiti arabi, rifiutando alleanze con forze sioniste e puntando a un aumento della partecipazione alle urne per contrastare la destra israeliana.
La presa di posizione di Abu Shehadeh si inserisce in un contesto politico sempre più polarizzato, in cui la destra israeliana, rappresentata da figure come Ben-Gvir, esercita un’influenza significativa sulle politiche di sicurezza e sui rapporti con i palestinesi, alimentando tensioni che continuano a sfociare in violenze e accuse di violazioni dei diritti umani.
Fonte: Marco Vesperini - Gaza, l'ex membro della Knesset: "Doppio standard europeo incoraggia Israele al genocidio" (ENG)






