Il premier britannico ha dichiarato la sua intenzione di “riprendere il controllo delle frontiere” e di “ridurre in maniera significativa” il numero di immigrati nel Paese
La recente decisione del premier laburista britannico Keir Starmer di cambiare le politiche di immigrazione del Regno Unito ha suscitato un ampio dibattito. Durante una conferenza stampa a Downing Street, Starmer ha dichiarato la sua intenzione di “riprendere il controllo delle frontiere” e di “ridurre in maniera significativa” il numero di immigrati nel Paese. Queste affermazioni hanno sollevato preoccupazioni tra le associazioni pro-migranti e all’interno dello stesso Partito Laburista, dove alcuni deputati hanno definito il discorso “disumanizzante e divisivo”, soprattutto a causa dei toni usati, molto vicini a quelli usati dalla destra populista.
Starmer annuncia requisiti più severi per i visti di lavoro
La riforma proposta da Starmer prevede requisiti più severi per l’ottenimento dei visti di lavoro, in particolare per coloro che desiderano trasferirsi in Gran Bretagna. In futuro, sarà indispensabile dimostrare una conoscenza avanzata della lingua inglese, non solo per i richiedenti il visto, ma anche per i familiari degli immigrati. Inoltre, sarà richiesta una laurea per accedere a posizioni lavorative qualificate, mentre l’assunzione di badanti dall’estero sarà vietata. Ciò rappresenta un cambiamento drastico rispetto alle politiche più aperte adottate in passato.
Innalzamento della soglia per la residenza permanente
Un altro aspetto cruciale della riforma è l’innalzamento della soglia per la residenza permanente: il periodo necessario per ottenerla passerà da cinque a dieci anni, a meno che l’immigrato non apporti un contributo significativo al Paese, come nel caso di medici o ingegneri. Starmer ha affermato che “vivere qui non è un diritto, è un privilegio che bisogna guadagnarsi”, sottolineando l’importanza di un’integrazione efficace nella società britannica.
Il possibile impatto della decisione di Starmer sulla comunità italiana
Le nuove politiche di immigrazione avranno un impatto significativo anche sulla comunità italiana nel Regno Unito. Fino ad ora, molti italiani hanno trovato opportunità lavorative a Londra e in altre città britanniche, spesso senza dover dimostrare una perfetta padronanza dell’inglese. Tuttavia, con l’introduzione di questi nuovi requisiti, gli italiani che desiderano trasferirsi e lavorare nel Regno Unito dovranno investire tempo e risorse per migliorare le loro competenze linguistiche.
Questo cambiamento si inserisce in un contesto più ampio di ristrutturazione delle politiche migratorie in Europa. Altri Paesi, come la Germania e la Francia, stanno anch’essi rivedendo le loro leggi in materia di immigrazione e integrazione, cercando di bilanciare le esigenze del mercato del lavoro con le preoccupazioni legate all’immigrazione. Tuttavia, la direzione intrapresa dal governo laburista britannico sembra essere particolarmente severa e potrebbe avere conseguenze a lungo termine sulle dinamiche migratorie e sull’economia britannica.