La giustizia iraniana ha eseguito oggi l’impiccagione di un agente del Mossad, accusato di “guerra a Dio” e “corruzione”
Teheran ha ufficialmente annunciato l’esecuzione di Mohsen Langarneshin, un presunto agente di alto rango del Mossad, il servizio segreto israeliano. L’impiccagione, avvenuta questa mattina, si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra Iran e Israele, due paesi storicamente in conflitto. Langarneshin, cittadino iraniano, era accusato di “guerra a Dio” (Moharebeh) e di “corruzione in Terra”, reati gravi secondo la legge iraniana.
Dettagli sull’operazione del Mossad
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa IRNA, Langarneshin era stato arruolato dal Mossad nell’ottobre 2020 e, durante il suo presunto coinvolgimento con i servizi segreti israeliani, avrebbe collaborato con alti ufficiali israeliani, facilitando operazioni di intelligence in Iran. Tra le accuse più gravi, è emerso che avrebbe avuto un ruolo cruciale in attacchi mirati, inclusi un attacco a un centro industriale del Ministero della Difesa iraniano e l’assassinio di Hassan Sayyad Khodaei, un membro delle Guardie Rivoluzionarie, avvenuto nel maggio 2022.
Questioni legate al processo
Langarneshin, inizialmente confessando i crimini di cui era accusato, aveva poi ritrattato la sua confessione, sostenendo che fosse stata estorta sotto coercizione. Questo episodio solleva interrogativi sulla legittimità del processo e sulla trasparenza del sistema giudiziario iraniano, che spesso è oggetto di critiche da parte di organizzazioni internazionali per i diritti umani.
Implicazioni geopolitiche
L’esecuzione di Langarneshin segna un ulteriore capitolo nella complessa e tesa relazione tra Iran e Israele, un conflitto che si alimenta di spionaggio, attacchi informatici e operazioni clandestine. Le autorità iraniane, nel giustificare la pena capitale, hanno sottolineato la necessità di proteggere la sicurezza nazionale, mentre il governo israeliano non ha ancora commentato ufficialmente l’operazione.
Questa situazione continua a riflettere le fragili dinamiche geopolitiche della regione, dove le accuse reciproche e le operazioni clandestine sono all’ordine del giorno, rendendo la stabilità locale sempre più precaria.






