La streamer ci ha raccontato la sua esperienza sulla piattaforma, parlando delle difficoltà particolari che deve affrontare chi ha scelto di non mostrare il volto
Gli streamer non sono tutti uguali: ne esistono tante tipologie diverse e basta scorrere un pochino la homepage di Twitch per rendersene conto. C’è chi si limita a chiacchierare del più e del meno con la sua chat, chi mangia quantità industriali di cibo per intrattenere chi lo guarda, chi suona la chitarra in diretta ecc. In mezzo a tanti volti più o meno conosciuti, può capitare di imbattersi anche in avatar colorati che sembrano usciti da un anime. Questi modelli, che possono essere tridimensionali o bidimensionali, appartengono ai v-tuber, streamer che scelgono di celare le proprie fattezze reali e portare in scena un personaggio, il cui carattere non dev’essere necessariamente diverso da quello della persona che lo interpreta.
Un fenomeno che arriva da lontano
In Giappone questa forma di intrattenimento è molto popolare ed esistono intere agenzie basate su v-tuber e v-idol (che, oltre al tipico intrattenimento da streamer, propongono anche concerti nei quali ballano e cantano). Tra le agenzie più famose ci sono Hololive Production (che fa parte della società giapponese Cover Corporation) e Nijisanji (di proprietà di Anycolor Inc.). In Italia il fenomeno non ha ancora raggiunto la stessa notorietà, tuttavia esistono delle v-tuber italiane e una di esse, Raora Panthera, è riuscita persino a entrare a far parte di Hololive, segno evidente che i colossi orientali hanno iniziato a guardare con interesse al mercato europeo (nella stessa “generazione” di Raora ci sono anche la britannica Elizabeth Rose Bloodflame e la tedesca Cecilia Immergreen).
Come nasce una v-tuber? Lo spiega ChiaraLuna
Per conoscere meglio questo mondo dall’interno, ci siamo rivolti alla v-tuber italiana ChiaraLuna, attiva soprattutto su Twitch. Qui porta vari contenuti diversi, dai gameplay alle classiche live incentrate sulle chiacchiere con la chat. Parlando della nascita del fenomeno v-tuber, la streamer ha ricordato che in Giappone le idol virtuali non sono esattamente una novità: Hatsune Miku, personaggio legato al sintetizzatore vocale Vocaloid, esiste dal 2007 e nel corso del tempo è diventata una vera e propria icona capace di riempire i palazzetti nei quali si svolgono i suoi ambitissimi concerti. Le v-tuber, che a differenza di Miku sono interpretate da persone in carne e ossa, sono arrivate più di recente e il boom vero e proprio c’è stato attorno al periodo della pandemia, quando il fenomeno è uscito con maggiore prepotenza dai confini del Paese del Sol Levante, destando l’interesse di un pubblico sempre più vasto. Dopo Kizuna AI, che può essere considerata una pioniera, sono arrivate Shirakami Fubuki, Inugami Korone, Gawr Gura, Mori Calliope e moltissime altre.
Parlando della creazione dell’avatar, fase tanto delicata quanto importante, ChiaraLuna ha spiegato che si utilizzano “vari software”, tra cui quelli necessari per collegare il modello virtuale “a dei programmi che catturano il movimento del volto tramite la webcam”, permettendo così allo streamer di vedere sullo schermo una riproduzione fedele dei movimenti che compie nella vita reale. “Il v-tubing è sia una forma di intrattenimento che un’arte, perché i modelli vengono disegnati” ha sottolineato ChiaraLuna. “Che siano commissionati o meno, c’è comunque dietro un lavoro artistico importante. La fase successiva è il rigging: si tratta della parte più difficile, perché consiste nel catturare i movimenti degli occhi, del volto ecc. e assicurarsi che tutto funzioni a dovere”, ha aggiunto la v-tuber.
La scelta di utilizzare un avatar può essere anche dettata da esigenze di privacy. “Anche chi non si sente a proprio agio di fronte alla webcam può nutrire il desiderio di intrattenere un pubblico e diventare v-tuber può essere un modo molto carino e simpatico per soddisfare questa esigenza senza dover mostrare il proprio volto”, ha osservato ChiaraLuna.
Le interazioni tra i v-tuber e il pubblico
Essendo una streamer, ChiaraLuna deve spesso interfacciarsi con il suo pubblico. Ma come cambiano le interazioni con la chat quando si utilizza un avatar? “Nella maggior parte dei casi, le persone mi seguono per i contenuti che porto, però capita anche di avere a che fare con utenti che finiscono per affezionarsi al modello. Talvolta qualcuno si innamora persino del personaggio, anche se a me non è ancora capitato. A volte ci si dimentica che dietro al modello c’è una persona, spesso con condizioni particolari o che non si trova bene nella società. Comunque capita raramente, di solito vengo seguita come una streamer normalissima”.
Fanbase e popolarità delle v-tuber in Italia
Parlando della tipologia di utenti che seguono le v-tuber, ChiaraLuna ha dichiarato che la fanbase è molto variegata. “Le persone seguono le v-tuber per ragioni differenti, anche in base ai contenuti che si portano durante le live”. Per quanto riguarda la popolarità del fenomeno in Italia, la streamer ha constatato che nella Penisola “le community delle varie v-tuber stanno crescendo”, anche se come forma di intrattenimento continua a restare piuttosto di nicchia.
I problemi di ChiaraLuna con Twitch
Riallacciandoci al contenuto di una precedente intervista con Corviskiddo, abbiamo chiesto a ChiaraLuna se nel corso della sua attività su Twitch le fosse capitato di avere a che fare con utenti molesti o con altri comportamenti riconducibili alla sfera del cyberbullismo. “Mi è capitato più di una volta, anche se per fortuna non così spesso, del resto faccio la streamer solo da un anno. Nel corso del tempo ho avuto a che fare con alcuni utenti insistenti che chiedevano di poter vedere il mio volto o mi insultavano per la scelta di non mostrare le mie fattezze”. ChiaraLuna ha poi parlato di un episodio recente, che nelle scorse settimane ha fatto parecchio discutere su Internet. Grenbaud, uno streamer che può contare su un numero di follower particolarmente elevato, è entrato in una sua live per creare scompiglio, dando per scontato che dietro all’avatar non fosse presente una persona reale. Dietro le quinte c’è stato un chiarimento, ma resta il fatto che comportamenti simili possono essere emulati e creare disagi più o meno grandi a chi si trova su Twitch solo per intrattenere.
Parlando di cosa si può fare per tutelarsi, ChiaraLuna ha menzionato la “modalità scudo” (utile per consentire solo a determinate fasce di utenti di commentare), la collaborazione con dei moderatori (che possono bannare gli utenti molesti e quindi mantenere l’ordine all’interno della chat) e le segnalazioni a Twitch. “Oltre a tutelarsi, è necessario fare anche della sensibilizzazione. Quella dei v-tuber è una categoria ancora di nicchia e quindi non per tutti potrebbe essere ovvia la presenza di una persona reale dietro al modello. Infastidire gli streamer per copiare i format molesti di alcuni content creator è sbagliato perché ci sono persone che potrebbero perdere la voglia di continuare a fare le live a causa di certi comportamenti. Quando capita è veramente brutto”.
E quando succede qualcosa di simile è possibile fare affidamento sul supporto di Twitch? “Io mi sono sentita abbandonata a me stessa ed è per questo motivo che ho deciso di denunciare pubblicamente quel che è avvenuto. Sapevo che dietro a quell’evento c’erano probabilmente tante altre segnalazioni non andate a buon fine, fatte da utenti che avevano vissuto un’esperienza simile alla mia. Nonostante ci siano delle regole, la piattaforma spesso non interviene e gli streamer più piccoli finiscono per non essere tutelati”, ha concluso ChiaraLuna.
