La content creator ha raccontato la sua esperienza ai nostri microfoni e ha condiviso alcuni consigli che possono essere adottati dagli streamer più piccoli a tutelarsi in assenza di un supporto diretto da parte della piattaforma
Su Twitch, una delle piattaforme di streaming più note, gli utenti portano contenuti di ogni tipo. Si passa dai gameplay incentrati sui giochi di punta dell’ultimo periodo (che in questi giorni sono senza dubbio Clair Obscur: Expedition 33 e The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered) alle partite in live a Dungeons & Dragons, senza scordare i video ASMR, i sempreverdi mukbang e le classiche dirette basate sulle semplici chiacchiere. Oltre ai contenuti in linea con le norme della piattaforma, ce ne sono però anche alcuni che le violano, andando talvolta a minacciare la serenità degli altri utenti. È il caso degli streamer che mostrano sul proprio canale le dirette altrui (comportamento vietato dal regolamento di Twitch) e aizzano la propria community contro chi percepiscono come “diverso” o “strano”, portando alla pubblicazione di commenti sgradevoli che possono rovinare del tutto o in parte una live.
Per analizzare questo fenomeno (e capire cosa possono fare gli utenti per tutelarsi) ci siamo rivolti a Corviskiddo, una streamer che non solo ha subito sulla propria pelle certi comportamenti, ma li ha anche denunciati tramite un reel pubblicato sui suoi profili social. Raccontando la sua esperienza, ci ha spiegato che mentre era in live un altro streamer le ha chiesto in chat di giocare a un videogioco assieme a lui, invito che lei ha declinato perché non compatibile con la scaletta che doveva seguire. Insospettita dalla richiesta, Corviskiddo ha poi guardato la live dell’altro content creator, scoprendo che lui era a caccia di “gente strana” da importunare e che lei era stata scelta perché percepita come vicina alla comunità LGBTQ+ e “comunista”. “Nel momento in cui ho declinato l’invito si è messo a dire ‘che schifo, gioca a D&D’ e poi mi ha mandata a quel paese chiudendo la diretta”.
La scelta di denunciare i comportamenti molesti
Corviskiddo ha sottolineato che gesti di questo genere non sono nuovi (lei fa delle dirette su Twitch dal 2019 e li ha sempre visti) e che colpiscono anche creatori di contenuti che, a differenza sua, fanno fatica a lasciarsi scivolare addosso le esperienze spiacevoli. È proprio per mettere in guardia le altre persone e sensibilizzare sull’argomento che ha deciso di pubblicare un reel a riguardo sui suoi profili social. Il breve video in questione è stato trasmesso in live dallo streamer che l’ha presa di mira e le reazioni della chat non sono state certo pacate: in molti l’hanno definita “una ritardata” e un utente è persino arrivato a dire che alle persone come lei bisogna sparare con la pistola. “Una mia amica è andata in live da lui a difendermi nei commenti e lui le ha dato della figlia di pu**ana”, ci ha raccontato Corviskiddo.
Cosa spinge le persone a dare fastidio agli altri streamer su Twitch?
Questa testimonianza ci ha spinto a voler provare a scavare più a fondo nelle motivazioni che spingono alcuni streamer a cercare di ottenere visualizzazioni dando fastidio agli altri. Si può forse trattare di una forma di cyberbullismo nata dal desiderio di ampliare il proprio bacino di follower? “Probabilmente sì” ha risposto Corviskiddo. Ha aggiunto che il format, reso popolare da alcuni grandi streamer, è stato copiato anche da chi ha dei numeri minori per “cercare l’approvazione del proprio branco”. “Non essendo una psicologa ignoro se sia corretto parlare di bullismo e molestie. In ogni caso, secondo me, sono cose un po’ tristi da vedere, nel senso che tu sei lì, che ti fai la tua live (parlo proprio delle persone incriminate) e vai a guardare le altre persone che si fanno i fatti propri e le giudichi, perché probabilmente questa cosa ti fa sentire più grande. Alla fine sì, mi è venuto da chiamarlo bullismo, perché comunque tu vai da una persona, la giudichi per il suo aspetto fisico, per come si pone, per quello che dice, per quello che fa. In maniera più o meno velata lo è. Secondo me cercano proprio approvazione dalla propria chat, il problema è che più offri queste cose ai tuoi spettatori e più loro ne vorranno, quindi devi andare avanti così e francamente spero che venga un po’ stoppata questa cosa da un’eventuale aggiunta nel regolamento, che già c’è, però comunque anche facendo le dovute segnalazioni non succede niente”.
Perché Twitch non reagisce?
È quindi impossibile contare sull’aiuto di Twitch in certe situazioni? “Twitch Italia non credo esista più, ne sono abbastanza sicura. O meglio, ci sono delle persone, ma si occupano solo degli streamer più grandi. Le segnalazioni che arrivano dai canali piccoli vengono gestite dai bot, che spesso si limitano a inviare una risposta automatica dopo mezzo minuto, dicendo di non aver riscontrato alcun problema”, ha spiegato Corviskiddo. Per quanto utili, i bot hanno dei limiti e a volte non sono in grado di capire che un messaggio innocuo in un contesto può non esserlo in circostanze differenti.
Cosa possono fare gli streamer piccoli per tutelarsi?
Considerando che non si può contare sul supporto di Twitch, cosa possono fare gli streamer con meno follower per tutelarsi quando capitano certe situazioni? Secondo Corviskiddo alcune soluzioni ci sono, il problema è che non sempre si riesce ad essere abbastanza freddi e lucidi per metterle in atto seduta stante. “Quando ti succedono queste cose, spesso durano un minuto o due, cioè proprio non hai forse neanche il tempo materiale di reagire. Comunque quello che consiglio io è la modalità scudo, che blocca la chat per chi non è follower o per chi non è abbonato, così già una buona parte dei ‘malviventi’ li togli di torno. La cosa più efficace, secondo me anche quella un po’ più irriverente, è mettere una bella pubblicità, così se vogliono fare qualcosa sono obbligati comunque ad aspettare un minutino o due, dandoti magari quel centesimo. Scherzi a parte, io consiglio sempre di blindare la chat, mettendo una modalità che screma chi è appena arrivato. C’è anche la modalità ‘solo emoticon’ che può spingere chi ha intenti malevoli ad andarsene perché capisce subito di non avere modo di scrivere quel che ha in mente”.