La missione DART della NASA ha permesso di rilevare dati importanti nella sfida alla deviazione degli asteroidi: i dettagli
La missione DART della NASA, che nell’autunno del 2022 ha compiuto con successo l’impatto contro l’asteroide Dimorphos, continua a fornire dati fondamentali per la comprensione delle tecniche di deviazione degli asteroidi. Un recente studio, coordinato dall’Università del Maryland e pubblicato su The Planetary Science Journal, ha rivelato effetti inaspettati sull’orientamento dell’asteroide dovuti ai detriti scagliati nello spazio dopo l’impatto.
NASA: le nuove sfide per la difesa planetaria
L’obiettivo principale della missione DART era modificare l’orbita di Dimorphos, satellite dell’asteroide Didymos, e tale scopo è stato raggiunto con successo. Tuttavia, l’impatto ha generato una grande quantità di massi e rocce espulsi a velocità fino a tre volte superiore a quella della navicella stessa. Questi detriti hanno esercitato forze supplementari sul corpo celeste, alterandone l’orientamento e introducendo una nuova variabile da considerare nelle future missioni di deflessione asteroidale.
Tony Farnham, coordinatore della ricerca, ha sottolineato: “La spinta derivante dall’espulsione dei massi è quasi altrettanto potente dell’impatto diretto della sonda. Questo cambia i modelli fisici usati per pianificare operazioni simili in futuro”.
Il ruolo cruciale di LICIACube e i contributi italiani
Le immagini determinanti per questa scoperta sono state acquisite da LICIACube, il piccolo cubesat italiano sviluppato da Agenzia Spaziale Italiana, Argotec e altre istituzioni scientifiche nazionali. LICIACube ha documentato i momenti immediatamente successivi all’impatto, consentendo agli scienziati di tracciare 104 massi rocciosi allontanatisi da Dimorphos con velocità fino a 52 metri al secondo, organizzati in due distinti raggruppamenti. Alcuni frammenti potrebbero essersi formati a seguito della collisione con i pannelli solari della navicella prima dell’impatto.
Il successo di DART, confermato anche da telescopi terrestri che hanno rilevato una significativa modifica del periodo orbitale di Dimorphos (da 11 ore e 54 minuti a 11 ore e 23 minuti), rappresenta un passo avanti decisivo nelle strategie di difesa planetaria contro potenziali minacce asteroidali. Il coinvolgimento italiano, attraverso LICIACube e le collaborazioni scientifiche, ha giocato un ruolo chiave nel monitoraggio e nell’analisi dell’evento.
Questi risultati aprono la strada a missioni future, come quella europea Hera, che nel 2026 studierà più nel dettaglio il sistema binario di Didymos e Dimorphos per valutare con precisione gli effetti a lungo termine dell’impatto DART.






