L’Unione Europea compie un passo decisivo nella lotta contro gli abusi sessuali su minori online con l’approvazione, da parte del Consiglio, della linea negoziale sul cosiddetto Chat Control. Dopo anni di dibattiti accesi e preoccupazioni riguardanti la privacy, il testo definito dai rappresentanti permanenti dei 27 Stati membri apre ora la strada a un confronto serrato con il Parlamento Europeo e la Commissione Europea per la definizione finale della normativa.
Chat Control: le novità del regolamento europeo
La proposta originaria mirava a obbligare tutte le piattaforme di messaggistica a scansionare automaticamente i contenuti privati, inclusi quelli protetti da crittografia end-to-end (come WhatsApp e Signal), per individuare e bloccare materiale pedopornografico. Tale approccio aveva suscitato forti critiche da parte di attivisti e esperti di privacy, temendo un possibile avvio di una sorveglianza di massa e la compromissione della sicurezza delle comunicazioni cifrate.
Il testo approvato il 26 novembre 2025 ha però introdotto importanti modifiche. Non è più previsto l’obbligo di scansione massiva e automatica dei contenuti privati, ma si mantiene un regime temporaneo che consente alle piattaforme di effettuare controlli volontari per individuare materiale collegato allo sfruttamento di minori. Inoltre, è stata inserita una clausola che impegna la Commissione a valutare l’eventuale necessità di introdurre obblighi più stringenti in futuro per la rilevazione di materiale autogenerato.
Il regolamento sottolinea inoltre la necessità di tutelare la crittografia end-to-end, garantendo che le misure adottate non compromettano la sicurezza e l’integrità delle comunicazioni degli utenti.
Le posizioni degli Stati membri e il ruolo dell’Italia
L’Italia, pur condividendo l’urgenza di contrastare efficacemente la diffusione di contenuti pedopornografici, si è astenuta durante il voto in Consiglio. Fonti vicine al dossier riferiscono che Roma ha ribadito il proprio sostegno agli obiettivi generali, ma ha richiesto un maggiore equilibrio tra la protezione dei minori e la salvaguardia dei diritti fondamentali, in particolare la privacy e la segretezza delle comunicazioni personali. L’Italia ha sollecitato la presidenza danese a favorire un confronto politico più ampio per evitare che le misure si trasformino in forme di controllo indiscriminato.
Anche Paesi come Germania, Polonia e Paesi Bassi hanno espresso riserve, bloccando fino a oggi l’iter legislativo, mentre altri Stati restano indecisi. Il ministro della Giustizia danese Peter Hummelgaard, sostenitore della norma, ha dichiarato l’importanza di un’azione rapida nella lotta contro la condivisione di file che rappresentano violenze su minori, sottolineando però che il bilanciamento tra sicurezza e diritti civili sarà cruciale.
Chat Control, ecco i prossimi passi: il trilogo e le sfide future
Con il via libera del Consiglio, ora la palla passa al trilogo tra Consiglio, Parlamento Europeo e Commissione Europea, che dovranno negoziare un testo condiviso prima dell’approvazione definitiva. Il dibattito resta acceso e potrebbe protrarsi per diversi mesi, vista la delicatezza del tema e la necessità di conciliare efficacia nella lotta contro gli abusi con la tutela delle libertà individuali.
Gli esperti di sicurezza avvertono che, nonostante le modifiche, il sistema potrebbe comunque aprire la porta a forme di sorveglianza più invasive e a rischi per la privacy degli utenti europei. Le piattaforme, infatti, potrebbero sentirsi costrette a implementare comunque meccanismi di scansione per dimostrare alle autorità di aver adottato misure adeguate.
Il quadro politico europeo è dunque in evoluzione e continuerà a confrontarsi con le sfide poste dall’equilibrio tra protezione dei minori e garanzia dei diritti fondamentali, in un contesto dove la tecnologia e la sicurezza digitale giocano un ruolo sempre più centrale.






