WhatsApp è cambiata molto più di quanto sembri. Mentre milioni di utenti continuano a usarla ogni giorno per chattare, inviare messaggi vocali o condividere contenuti, sotto la superficie Meta sta portando avanti una trasformazione profonda, orientata sempre più verso la privacy e il controllo personale. Non esiste ancora una funzione ufficiale chiamata “modalità segreta”, ma oggi è davvero possibile usare WhatsApp in modo quasi invisibile. Ecco come.
Negli ultimi anni la piattaforma di messaggistica più diffusa al mondo ha dovuto confrontarsi con le richieste crescenti degli utenti in termini di protezione dei dati personali, ma anche con la concorrenza di app alternative come Telegram o Signal, più rapide nell’introdurre strumenti avanzati per la privacy. WhatsApp, però, ha scelto una strada più graduale e progressiva, introducendo in modo silenzioso una serie di modifiche che oggi, se ben combinate, permettono a chiunque di restare online senza essere notato. Un’evoluzione che inizia con l’annuncio di una delle novità più attese di sempre: l’introduzione del nome utente personalizzabile, una funzione destinata a cambiare il modo in cui ci identifichiamo sulla piattaforma.
Il nome utente: la rivoluzione silenziosa che cambia tutto
Per oltre un decennio, WhatsApp ha costruito la sua identità tecnica e sociale attorno a un elemento chiave: il numero di telefono. Per registrarsi sull’app era ed è tuttora indispensabile fornire il proprio numero, che diventa l’identificativo principale e il ponte tra la rubrica del telefono e la lista contatti dell’app. Questo approccio ha avuto il vantaggio di semplificare l’iscrizione e i collegamenti, ma ha sempre presentato un limite notevole: ogni volta che condividiamo il nostro contatto con qualcuno, condividiamo anche un’informazione personale sensibile, spesso collegata a più profili, registrazioni online o servizi.
La novità, attualmente in fase di test per un numero selezionato di utenti su Android, è la possibilità di scegliere un nome utente univoco, composto da un minimo di tre a un massimo di trenta caratteri. Questo nome, privo di simboli o spazi speciali, permetterà in futuro di essere cercati e contattati su WhatsApp senza dover più rivelare il proprio numero di telefono. Un cambiamento epocale che porta la piattaforma a somigliare più a un social network privato che a una semplice app di messaggistica. Si tratta di un passo che, quando sarà completato, permetterà per esempio a professionisti, aziende e utenti sensibili alla riservatezza di offrire un contatto pubblico senza esporre il proprio numero. Al momento, il numero resta necessario per la creazione dell’account, ma con l’introduzione del nome utente diventa meno centrale nelle relazioni all’interno dell’app.

Come diventare invisibili su WhatsApp: gli strumenti già disponibili
Parallelamente a questa importante introduzione, WhatsApp ha reso disponibili numerose funzionalità che, se usate con intelligenza, consentono a chiunque di restare invisibile anche senza uscire dall’app. Una delle prime è la gestione dell’ultimo accesso, che può essere nascosto completamente o limitato a determinati contatti. Questo significa che possiamo decidere chi, tra i nostri conoscenti, può vedere quando abbiamo usato WhatsApp l’ultima volta. A questo si aggiunge la possibilità di nascondere anche lo stato online: possiamo apparire offline anche mentre stiamo usando attivamente l’app.
Un altro aspetto riguarda l’immagine del profilo, che può essere visibile solo ai contatti scelti, oppure a nessuno. Stessa cosa per la sezione “info” e per gli aggiornamenti di stato. Inoltre, possiamo disattivare le conferme di lettura, quelle che trasformano le spunte grigie in blu una volta letto il messaggio, e possiamo impedire che ci venga mostrata la conferma degli altri. In pratica, WhatsApp sta offrendo una gamma completa di opzioni di privacy granulare, che permettono a ogni utente di decidere con esattezza cosa mostrare e a chi. Chi non vuole essere disturbato può anche archiviare le conversazioni più sensibili e mantenerle fuori dalla schermata principale in modo permanente, attivando l’opzione “mantieni le chat archiviate”.
Anche la possibilità di bloccare l’accesso all’app tramite impronta digitale o riconoscimento facciale è ormai disponibile per tutti. Questo evita che chi prende il nostro telefono in mano possa leggere le conversazioni. Si tratta di uno strumento semplice ma efficace, che porta WhatsApp più vicino alla logica delle app bancarie o mediche, dove la sicurezza è al primo posto.
Un nuovo modo di usare WhatsApp, senza essere visti
Sommando tutte queste funzionalità, oggi è possibile configurare WhatsApp in modo da non essere mai visibili: né per lo stato, né per l’ultimo accesso, né per l’immagine del profilo. E, con l’arrivo del nome utente, potremo scegliere se farci trovare solo da chi conosce il nostro alias, proprio come accade su Telegram. Questo approccio garantisce un’esperienza molto più controllata, che protegge dalle interferenze esterne, dai contatti indesiderati, dai numeri sconosciuti e da situazioni in cui l’anonimato può fare la differenza.
Ciò non significa che WhatsApp stia diventando un luogo opaco o meno sicuro. Al contrario, Meta ha sottolineato che l’obiettivo è quello di offrire strumenti che mettano la persona al centro, lasciandole la libertà di decidere come e con chi interagire. In un’epoca in cui la privacy è tornata al centro del dibattito digitale, WhatsApp punta a restare affidabile non solo per la sua stabilità, ma anche per la capacità di adattarsi a un mondo più consapevole e più selettivo.
Se desideri anche la versione Discover compatta per mobile, una grafica 1200×800 in stile news oppure una






