Il mondo del basket piange la scomparsa di uno dei suoi protagonisti principali del passato: Micheal Ray “Sugar” Richardson, ex stella della Virtus Bologna e icona della pallacanestro italiana ed internazionale. Richardson è morto a 70 anni dopo una breve battaglia contro un tumore alla prostata, nella sua città natale di Lawton, Oklahoma. La sua carriera, segnata da grandi successi ma anche da difficoltà personali, lascia un’impronta indelebile nel basket europeo e nella storia della Serie A italiana.
Micheal Ray “Sugar” Richardson: una carriera tra NBA e Serie A
Nato nel 1955 a Lubbock, Texas, ma cresciuto a Denver, Micheal Ray “Sugar” Richardson fu la quarta scelta assoluta al Draft NBA del 1978, davanti a leggende come Larry Bird. In NBA giocò principalmente con i New York Knicks (1978-1982) e i New Jersey Nets (1983-1986), distinguendosi come miglior passatore della lega nel 1980 e quattro volte All-Star. Tuttavia, la sua carriera americana fu interrotta a causa di problemi legati alla droga: nel 1986 venne radiato dalla NBA dopo la terza positività alla cocaina.
Nel 1988 l’avvocato Gianluigi Porelli lo portò in Italia alla Virtus Bologna, dove Micheal Ray “Sugar” Richardson divenne subito un idolo del pubblico bianconero. Con la Virtus vinse due Coppe Italia (1989, 1990) e la prestigiosa Coppa delle Coppe nel 1990, affermandosi come uno dei più grandi stranieri mai visti nel campionato italiano. Nel 1990 stabilì il record con 50 punti all’All Star Game italiano, conquistando anche il premio di MVP della partita.
Il ritorno in Europa e il legame con l’Italia
Dopo un’altra positività nel 1991, Micheal Ray “Sugar” Richardson intraprese un lungo viaggio tra club europei, giocando a Spalato, Livorno, Antibes, Cholet e Forlì. A Livorno, nonostante lo scetticismo iniziale, riconquistò il cuore dei tifosi, contribuendo a riportare entusiasmo in una piazza appassionata ma provata dalla fusione delle squadre cittadine. Chiuse la carriera a quasi 45 anni, nel 2000, dopo un’ultima esperienza in Francia.
Richardson parlava correntemente quattro lingue, tra cui l’italiano, frutto della sua lunga permanenza in Europa. Dal matrimonio con una donna marocchina è nato Amir Richardson, centrocampista della Fiorentina e della nazionale marocchina, che ha recentemente conquistato una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi 2024. Il club viola ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa del padre di Amir, sottolineando il legame affettivo con la famiglia Richardson.
L’eredità di un campione controverso
La figura di Micheal Ray “Sugar” Richardson è un mix di talento puro e fragilità umane. In Italia ha lasciato un segno indelebile, dimostrando che anche chi ha vissuto difficoltà può riscattarsi e brillare sui parquet più prestigiosi. Nel suo palmarès spiccano anche i riconoscimenti in NBA come miglior rimbalzista e miglior recuperatore di palloni, e il suo nome rimarrà scolpito nella storia della pallacanestro mondiale.
Il mondo del basket italiano e internazionale saluta una leggenda, un campione che ha saputo incantare con il suo talento e la sua personalità, diventando simbolo di un’epoca indimenticabile sotto le Due Torri.






