Tiziano Ferro è l’ospite della nuova puntata del BSMT di Gianluca Gazzoli. Durante l’intervista Ferro discute il suo nuovo album intitolato Sono un grande, un progetto che ha scelto di pubblicare nonostante i cambiamenti nel formato musicale e che riflette le sue recenti esperienze personali, inclusa la paternità, il recente divorzio con l’ex marito e il trasferimento a Los Angeles. Vengono affrontati diversi argomenti legati alla sua carriera, come la sua scoperta inaspettata di aver vinto un Grammy anni dopo l’assegnazione, la sua infanzia e adolescenza a Latina, i problemi legati ai disturbi alimentari e la sua sessualità in un’epoca meno inclusiva. L’artista riflette sul suo approccio alla notorietà, la sua scelta di “sparire” tra un progetto e l’altro, e l’importanza dell’autenticità e della condivisione nelle relazioni e nell’arte.
Tiziano Ferro: l’accettazione dell’incomodo e la forza di dirsi “Sono un Grande”
L’intervista a Tiziano Ferro rivela un percorso di profonda trasformazione e una onestà brutale nel confrontarsi con le tappe più difficili della sua vita, dalla lotta con i disturbi alimentari alla separazione, culminando nella gioia della paternità e nella ritrovata libertà artistica con il nuovo album.

Paternità e gli anni Bui dopo la Separazione
La vita di Tiziano Ferro è stata caratterizzata da scelte non sempre volute, in particolare per quanto riguarda la sua residenza a Los Angeles. Egli confessa di non essere uno che ha cercato l’America: “A me dell’America non è mai interessato nulla. Io volevo vivere in Inghilterra da ragazzino, poi l’ho fatto“. La vita lo ha “strattonato verso quel posto lì“, dove è arrivato “per amore” ed è rimasto “per disamore“.
Attualmente, la sua permanenza a Los Angeles non è una libera scelta, ma un obbligo legato ai suoi figli. Tiziano ammette: “Se io oggi non avessi l’obbligo di dover gestire una serie di cose che mi tengono lì, probabilmente non vivrei lì“. Questa situazione è dovuta, come specificato, al bisogno di “permettere delle visite“. Trovarsi in un contesto che non sceglierebbe lo “massacra“, facendolo sentire “un po’ un rifugiato“.
Il progetto di vita che lo ha portato ad essere un padre single è stato inaspettato: “son partito da un progetto di vita che non prevedeva certo essere un padre single con due persone, mini persone a Los Angeles, però è così“. Imparare a gestire questa nuova realtà ha richiesto tempo, quasi tre anni. L’arrivo dei figli ha naturalmente ridefinito le sue priorità: “sai quando arrivano i figli… ti metti al secondo posto, al terzo, al quinto, ti dimentichi un po’ di te e lo fai anche sbagliando“.
L’uscita del nuovo album e il mantra dell’autostima
Tiziano Ferro si è stupito lui stesso dell’uscita del nuovo disco, un evento che non dava per scontato poiché “non è più tempo di dischi, la musica viaggia in altri formati“.
Il titolo dell’album, Sono un grande, è un vero e proprio mantra, una “manifestazione del pensiero“. Tiziano spiega che il titolo deriva da un momento di realizzazione mentre scriveva la title track con l’amico Roberto Casalino, quando si è detto: “se ce l’ho fatta, e magari non è solo per caso, anche perché cazzo sono grande“. Il concetto è ben riassunto nel verso: “Perché se non sono ancora morto sarà per caso? Sarà per torto oppure sarà perché sono un grande e non me ne sono mai accorto“.
L’album contiene anche il singolo Cuore rotto, un brano nato dalla rabbia: “è nata dalla rabbia, anche da quelli che volevano sentirmi parlare, no? Anche in maniera un po’ troppo eccessivamente curiosa delle mie cose“. Quando il pubblico chiedeva “facci piangere, facci piangere“, Ferro ha risposto: “Cosa volete di più? Allora, sai che vi do? Che cosa volete? Volete le budella, il cuore, le interiora? Tiè, prendetevi questo. Ecco, allora questo è il cuore. Ecco, è spezzato così. Guarda, guarda, guarda come suona“.

Infanzia e la lotta con i disturbi alimentari
La sua battaglia con i disturbi alimentari risale all’adolescenza, un periodo in cui era “sempre sovrappeso“. Il cibo divenne un modo per affrontare l’esterno: “Io che appena avevo 200 lire andavo in tabaccheria a comprare il duplo“. Racconta aneddoti dolorosi e quasi farseschi per descrivere la compulsione, come quando comprava dolci di nascosto in tempo record: “comprare il Kinder Bueno, infilarmelo nelle narici e praticamente finirlo entro il salto in macchina“.
I suoi disordini alimentari erano una “forma estrema di comunicazione verso l’esterno” in assenza di uno sfogo come quello che sarebbe arrivato con la musica. La pressione sociale era fortissima fin dall’inizio della carriera: gli veniva detto esplicitamente: “eri troppo grasso, le canzoni son belle“. Quando riusciva a dimagrire, provava un “senso di potenza” poiché riusciva a “far contente tutta una serie di persone che mi dicevano che ero già troppo grasso a scuola, le maestre, i professori, i compagni“. Ferro sottolinea che l’obesità fu il risultato di questa non accettazione: “io sono arrivato ad essere obeso perché avevo qualche chilo in più: venivo preso in giro o venivo messo all’angolo e allora mangiavo ancora di più“.
Fin da bambino, la sua inclinazione artistica era evidente, come dimostra la registrazione della canzone Gli occhi a soli 7 anni, dedicata alla madre: “Gli occhi che hai tu mi guardano sempre, non so cosa fare. Gli occhi che hai tu, gli occhi che hai blu, sei proprio blu“.
Sessualità e il Coming Out
Il tema della sessualità è strettamente legato al periodo traumatico della fama giovanile. Tiziano parla della necessità di nascondersi in un periodo storico privo di “correttezza politica” o di una mentalità che proteggesse le persone con difficoltà di percezione della propria sfera sentimentale.
Egli ha sempre rifiutato di recitare una parte, non ha mai finto relazioni: “Non ho mai detto cavolate, non ho mai detto quelle alla mia fidanzata, non ho mai fatto foto per finta“. Il trauma maggiore era legato alla speculazione sulla sua vita privata e alle pressioni ricevute: “mi chiedevano ce l’hai una fidanzata? La troviamo una fidanzata, la facciamo la foto con la fidanzata“.
Il coming out è stato fondamentale, non per il pubblico, ma per se stesso, per potersi concedere l’amore e la condivisione. A un certo punto, l’angoscia dovuta alle pressioni esterne divenne così forte che si convinse di essere sbagliato: “ho dovuto nascondere anche delle relazioni in quel periodo. Non me le concedevo perché per me la relazione doveva essere segreta. Infatti poi è successo quando finalmente ho vissuto la mia vita, di condividere le relazioni“. Ha dovuto lottare contro l’auto-reprimersi: “io non mi accettavo, io non mi ritenevo giusto, io mi ritenevo da reprimere, io mi ritenevo esattamente come quello che dicevano loro“. Sottolinea l’importanza del coming out per le nuove generazioni: “Il coming out è importantissimo. È importantissimo perché se mancano i punti di riferimento le persone giovani non hanno la capacità di trovare la propria libertà“.
Tiziano Ferro e il suo approccio alla notorietà e il bisogno di sparire
Tiziano Ferro affronta la notorietà con una notevole umiltà e riservatezza. A differenza delle nuove generazioni che si sentono obbligate a mostrare tutto, lui sente “di non potermi permettere il contrario [di sparire]“. Nei momenti di pausa, preferisce non essere un “buon tuttologo“: “al di fuori di quel contesto [musica, scrittura, interviste] io sento veramente di non essere in grado di aggiungere nulla“.
L’esplosione della fama dopo Perdono fu traumatica, specialmente per “il confronto con l’offesa, il confronto con… la menzogna pubblica“. Tuttavia, l’esperienza lo ha portato a valorizzare la condivisione, non solo dei successi, ma soprattutto degli affetti: “L’amore va condiviso, perché l’amore è bello quando tu presenti la tua fidanzata a tua mamma“.
La vittoria Inaspettata del Grammy
Uno degli aneddoti più incredibili riguarda la sua vittoria ai Grammy Awards. Tiziano ha vinto un Grammy americano e due Latin Grammy. La parte più assurda è stata la scoperta del Grammy americano, che non sapeva di aver vinto.
Egli lo scoprì per puro caso, anni dopo, vedendo un CD in un negozio di musica a Los Angeles: “Vedo questo CD e dico ‘Ah, non l’ho mai comprato, me lo compro perché c’è il mio pezzo’ e vedo l’adesivo Grammy Winning Album, cioè vado su Wikipedia, scopro che l’ho vinto anche io“. Dopo aver contattato l’Academy, gli fu confermato che la copia non era stata ritirata.
Nonostante il successo, l’umiltà (o forse l’imbarazzo) persiste. Sebbene i suoi amici lo abbiano costretto a esporre i premi nel soggiorno, Tiziano confessa: “Quando è venuta Laura a casa li ho tolti perché mi vergognavo. No, non ce l’ho fatta, ragazzi… Non posso fa’ quello con tre Grammy che c’è lei che No, non ce l’ho fatta“.
Il percorso di Tiziano Ferro, quindi, è un inno alla scelta dell'”incomodo” e alla riscoperta della propria grandezza interiore, spesso nascosta o negata, ma che ha saputo riemergere con una potenza autentica.






