Sanremo Giovani, Gianluca Gazzoli: “Il mio percorso dal Bsmt al palco dell’Ariston”
Volto affermato di radio, tv e podcast, Gianluca Gazzoli guida Sanremo Giovani 2025 portando innovazione e attenzione ai nuovi talenti della scena musicale italiana
Roma, 11 dicembre 2025 – Per chi frequenta poco i social, Gianluca Gazzoli può sembrare il volto nuovo e tranquillo di Sanremo Giovani, il talent che apre la strada al Festival e che sta conducendo in queste settimane — con finale il 14 dicembre su Rai 1, accanto a Carlo Conti e ai big. Per tutti gli altri, però, è già una figura nota: il merito è di Passa dal Bsmt, il podcast di videointerviste che dal 2021 ha raccolto oltre mezzo miliardo di visualizzazioni su YouTube e che ha portato nel suo “scantinato” ospiti come Ben Affleck, Ornella Vanoni, Ultimo e Roberto Saviano. Una galleria di nomi che ha poco da invidiare ai grandi show televisivi. Eppure, per Gazzoli, la vera svolta è arrivata con l’intervista a Valentino Rossi, quella che — racconta — “mi ha piazzato sulla mappa” e ha fatto capire a molti che valeva la pena passare dal suo studio: una questione di passaparola.
Gianluca Gazzoli, il capitolo Sanremo Giovani
Ora, però, c’è Sanremo Giovani, un capitolo diverso. Un percorso che per lui rappresenta un inizio e una conferma allo stesso tempo. “Sono in un contesto nuovo, ma la gavetta ha pagato” spiega. “È come se i puntini di tutto quello che ho fatto si fossero uniti per portarmi qui“. E la sua gavetta parte da lontano: dalle piazze e dalle sagre nel bergamasco, quando, ventenne, lavorava in un’agenzia di viaggi e nel frattempo conduceva serate, si svegliava all’alba per un programma su Radio Number One e dormiva pochissimo. A stargli accanto, la ragazza che poi sarebbe diventata sua moglie, due figli e una costanza che lo ha seguito ovunque. Quando l’agenzia gli propose un contratto fisso, lui scelse di rischiare: “Qualcosa si stava muovendo sui social, e mi sono buttato“.
Oggi, ascoltando le storie dei giovani artisti che incontra nel contest, ritrova un po’ delle sue lotte. Sa bene che “se vuoi, puoi” non basta, ma crede nel valore dell’abnegazione e nella determinazione che può nascere perfino da una mail di rifiuto. Con i partecipanti si sente “complice“, soffre per le eliminazioni e cerca di offrire consigli da fratello maggiore. Non dimentica che fu proprio Carlo Conti ad accoglierlo per la prima volta in Rai dieci anni fa e ad aiutarlo in un momento di dubbio, con un gesto non scontato.
Il pensiero del Festival aleggia, e Gazzoli non nasconde che gli piacerebbe esserci, anche se “con Carlo si sa tutto all’ultimo“. Quanto alla conduzione futura del Festival, invece, preferisce restare con i piedi per terra: “Non sono pronto, credo nelle scale e mi mancano tanti gradini“. La musica, però, è una sua grande passione — da Marracash e Gué a Ultimo — e molti dei suoi miti sono già passati nel suo podcast. Uno, però, manca ancora: Alex Del Piero, il poster che da ragazzo stava accanto a quello di Valentino Rossi. “Ci sentiamo, ma non sono ancora riuscito a convincerlo. Serve tempo“.
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Il fenomeno del BSMT
Di tempo, invece, gliene è bastato poco perché Passa dal Bsmt diventasse un punto fermo della sua carriera. Nato quasi per necessità — “nessuno mi dava spazio, così me lo sono creato” — il format ha intercettato un vuoto di mercato: in un’epoca di soglie d’attenzione bassissime, le sue interviste da due ore raccolgono pubblico numeroso. La chiave, dice, è l’ascolto: prepararsi, ma poi lasciarsi guidare dalle risposte dell’ospite, mettendolo a proprio agio e senza inseguire lo scoop. Lo scantinato delle prime puntate è ancora lo stesso, e continua a ospitare figure di primo piano senza compensi e senza obblighi: “Nessuno ci deve niente“.
Il clima che cerca è “gentile“, lontano dai programmi urlati. I suoi modelli spaziano da Fabio Fazio a Linus, fino a Daria Bignardi, Antonella Clerici e naturalmente Carlo Conti. Essere “nuovo”, dice, significa soprattutto imparare, specialmente da chi appartiene a generazioni diverse. Il futuro, per lui, passa ancora dalla televisione. Osserva come spesso il passaggio tra social e tv avvenga senza un vero percorso formativo e non sempre funzioni. Lui, al contrario, si considera fortunato: ha potuto crescere su entrambi i fronti, per ragioni anagrafiche e per necessità.
Ospiti di rilievo e semplicità come valore aggiunto
Di recente ha intervistato anche Nicola Gratteri, ma non immagina una svolta politica per il podcast: ciò che gli interessava era raccontare l’uomo, non il magistrato. “La politica la lascio ai giornalisti. Io sono un conduttore“.
Nicola Gratteri e Gianluca Gazzoli | Instagram – @bsmt_basement
C’è chi sostiene che faccia domande banali. Lui replica che, quando le risposte sono intelligenti, ogni possibile banalità svanisce. Rivendica la semplicità, non la superficialità. E anche il suo modo di annuire — spesso preso in giro — è solo un segno di ascolto. Quanto a domande mai ricevute, ce n’è una: il suo rapporto con i soldi. Risposta semplice: praticamente non esiste. A gestire il conto è la moglie, e tutto ciò che guadagna viene reinvestito nel suo lavoro.
Tra le esperienze più intense del suo percorso c’è anche una puntata speciale: l’intervista alla madre, poco prima della sua scomparsa. “È stata la cosa più bella che abbia mai fatto, per quanto strana. Le ho dedicato la mia passione, tutto ciò che ho costruito. Non credo farò mai di meglio“.
Gianluca Gazzoli con la mamma | Instagram @gianlucagazzoli – alanews