Roma, 16 ottobre 2025 – Alla XX edizione della Festa del Cinema di Roma, la regista iraniana Sepideh Farsi ha presentato il documentario Put Your Soul on Your Hand and Walk, dedicato alla vita e alla tragica morte della giovane fotografa palestinese Fatima Hassouna, uccisa insieme alla sua famiglia durante un attacco a Gaza. Attraverso le parole della regista, emerge un vivido ritratto della realtà vissuta dai palestinesi nella Striscia di Gaza, un territorio definito da Farsi come una “prigione a cielo aperto”.
Il volto umano di Gaza attraverso l’obiettivo di Fatima Hassouna

Sepideh Farsi ha raccontato di aver incontrato Fatima quando la giovane aveva 24 anni, pochi mesi prima della sua morte a 25 anni. Fatima, nata nel 2000 a Gaza, non aveva mai potuto lasciare la Striscia a causa del blocco israeliano. La regista ha sottolineato l’umanità e il talento della fotografa: “Era una donna comune e allo stesso tempo straordinaria, dotata di grande generosità e curiosità verso il mondo”. Fatima ha lasciato un’eredità preziosa attraverso le sue fotografie che raccontano la vita e la morte a Gaza, mostrando con dignità sia la distruzione che la quotidianità.
Nel documentario, Farsi ha voluto dare un volto e una voce a Fatima, includendo anche la sua poesia, i testi e il sorriso, elementi che testimoniano la sua luce interiore e la forza di un cuore generoso. La regista ha evidenziato come Fatima fosse destinata a viaggiare e studiare all’estero, ma che la realtà di Gaza ha impedito queste opportunità, costringendo lei e la sua comunità a vivere in condizioni disumane.
La drammatica attualità di Gaza e la posizione della regista
Parlando della situazione attuale, Sepideh Farsi ha denunciato che il recente cessate il fuoco è solo apparente, definendolo una “mascherata”. Ha spiegato che gli attacchi israeliani con droni continuano quotidianamente e che l’edificio di Fatima è stato nuovamente distrutto nei giorni scorsi. Il blocco, infatti, permane, con aiuti umanitari insufficienti a garantire le necessità di tutta la popolazione.
Farsi ha espresso il suo scetticismo riguardo a un vero cambiamento: “Vorrei credere nella pace, ma il modo in cui è stato fatto il cessate il fuoco non è rispettoso dei palestinesi”. La regista ha inoltre denunciato l’ipocrisia europea sul silenzio riguardo alla Palestina, sottolineando l’importanza di testimoniare attraverso il cinema e l’arte per mantenere viva l’attenzione internazionale sulla tragedia in corso.
Sepideh Farsi, nata a Teheran nel 1965 e attiva nel cinema dalla fine degli anni ’90, è nota per affrontare nei suoi lavori temi di identità, esilio e diritti umani. Il suo documentario su Fatima Hassouna ha ricevuto riconoscimenti in diversi festival, tra cui la selezione a Cannes nella sezione cineasti indipendenti Acid, proprio pochi giorni prima della tragica morte della protagonista.
Il film di Farsi rappresenta non solo un tributo a Fatima Hassouna ma anche una denuncia potente e necessaria della condizione dei palestinesi a Gaza e delle ingiustizie che continuano a subire.
Fonte: Marco Vesperini - Festa del Cinema, la regista del film sulla fotografa Fatima Hassouna: "Sua storia volto di Gaza"






