Caparezza è il nuovo ospite del BSMT di Gianluca Gazzoli. La conversazione si concentra sul suo recente progetto, l’album e fumetto “Orbit Orbit”, un lavoro nato in un periodo difficile segnato dalla scoperta dell’ipoacusia, una condizione che per un musicista è stata un trauma significativo. Caparezza condivide come l’amore di lunga data per il fumetto sia diventato una via di fuga creativa e un antidoto alla frustrazione, portandolo a studiare sceneggiatura e a concepire l’album non per terapia, ma come una sfida positiva.
L’artista riflette anche sul suo approccio alla musica, al suo processo creativo di lunga durata che lo porta a sparire dalla scena pubblica, al suo legame con la Puglia, e al malinteso successo di brani come “Viene a ballare in Puglia” e “Fuori dal tunnel”. Il dialogo tocca anche il suo passato, inclusa la sua precedente carriera come Micky Mix e la successiva scelta di allontanarsi dai compromessi dell’industria per un percorso più onesto e personale.
Caparezza: periodo difficile dopo scoperta ipoacusia
Il ritorno di Caparezza con l’album Orbit Orbit è stato, come lui stesso ammette, la conseguenza diretta di un periodo estremamente buio. Questo nuovo progetto, infatti, “nato dall’amore per il fumetto, ma anche da quello per la musica“, si configura come una rinascita artistica, una prova che è già di per sé “una enorme soddisfazione, quasi superiore a tutto quello che verrà dopo“.
Il nucleo della crisi che ha preceduto Orbit Orbit risiede nella scoperta di una grave condizione uditiva. L’artista conviveva già con l’acufene, descritto come “un fischio continuo nel mio cervello che ho ancora oggi“, ma la situazione è precipitata con l’insorgere dell’ipoacusia, un evento che per lui “è stato un trauma addirittura più alto della cufene“. Ha spiegato che la musica, un tempo passione compulsiva, era diventata un problema: “non capivo più perché stessi facendo musica, nel senso che la musica era un modo per far entrare angoscia nella mia vita“.
Il periodo è stato “veramente molto frustrante“, portandolo a temere di “perdere il suono delle voci delle persone che amo” e a “non [avere] più ascoltato musica all’inizio“. Tuttavia, questa difficoltà ha prodotto anche un effetto inatteso e positivo: “è anche una benedizione… ha accelerato il mio processo di cambiamento, di maturazione“, spingendolo verso “una scrittura un po’ più consapevole“.

Via di fuga nell’immaginazione e nel fumetto
In cerca di una via d’uscita in quel periodo difficile, Caparezza ha trovato rifugio nell’immaginazione e nel suo primo amore creativo: il fumetto. Ha raccontato: “Il fumetto mi ha lanciato una ciambella di salvataggio“, e “tutta quell’energia creativa che non riuscivo più a veicolare all’interno del della composizione musicale e si è riversata nel fumetto“. L’esperienza, culminata nella sceneggiatura di un fumetto, lo ha infine riportato alla musica: gli argomenti che aveva trattato “meritassero un approfondimento“, e così è nato Orbit Orbit, non come un “disco terapeutico“, ma come un progetto “nato dalla voglia di mettersi alla prova“.
Questa ritrovata integrità artistica è strettamente legata alla sua decisione di allontanarsi dai compromessi dell’industria musicale, una scelta maturata dopo l’esperienza negativa come Mickey Mix. Rivedendo quel periodo, l’artista ha provato vergogna poiché si rimproverava “di non aver avuto la determinazione di imporre le mie idee“, essendo finito in un meccanismo basato sul compromesso. La svolta fu definitiva: “ho chiamato tutti, ho detto basta, basta, non lo voglio fare basta“. Questa esperienza di fallimento è stata per lui una lezione cruciale: “il fallimento… è la lezione più fondamentale che la vita mi abbia dato. Per questo non bisogna avere paura dei fallimenti… Io da lì in avanti non ho più voluto compromesse sulle mie cose“. Tale filosofia si riflette oggi anche nelle sue scelte di produzione: l’artista non accetta featuring se il loro scopo è solo quello di “favorire un algoritmo. Quella è una logica che non mi appartiene“.

Successi clamorosi ma malintesi
Nonostante la determinazione a perseguire l’onestà creativa, per lui “si è impegnati quando si è onesti“, la sua carriera è stata segnata da successi clamorosi ma malintesi. Due brani in particolare hanno vissuto questa distorsione. “Vieni a ballare in Puglia” è “una canzone di denuncia fortissima che però viene ballata ai matrimoni, sostanzialmente“, un fenomeno che lo spinge ad allontanarsi: “Io esco quando la sento. Sì, sì, non ce la faccio“. Sebbene abbia in parte “fatto pace anche con questa cosa qui“, riconoscendo l’affetto del pubblico che coglie il suo “amore verso la Puglia“, il malinteso persiste.
Similmente, “Fuori dal tunnel” divenne “l’inno della movida all’epoca“. L’artista ha espresso rammarico: “Mi dispiace che non venga capita perché ci metto impegno anche nel testo“. Tuttavia, ha trovato un punto di pacificazione filosofica: “sono responsabile di quello che dico, eh, e non di quello che interpreti“.
Caparezza, che oggi si sente “alieno” ma nota che “chi di noi non si sente alieno“, continua a definire il suo impegno nell’arte attraverso la curiosità e la fatica: “l’impegno è uscire dalla comfort zone, è confrontarsi con qualcosa di più grande, con la fatica eh di portarlo a termine“.
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