Bello Figo, cantante e personaggio social tra i più discussi, si racconta in una lunga intervista ospite di Luca Casadei al One More Time podcast. Ne emerge un ritratto inedito dell’artista, tra un passato segnato dall’assenza della figura paterna e un successo “inaspettato”, che però lo ha portato ad una svolta nella sua vita.
L’Identità e le Ferite del Passato
Paul, conosciuto al grande pubblico come Bello Figo, è nato il primo agosto del 1992 a Kumase, la seconda capitale del Ghana. Nonostante preferisca farsi chiamare Bello Figo, riconosce che Paul è la sua persona reale. La sua infanzia in Ghana è stata segnata da una figura paterna assente: fino all’età di 12 anni, Paul non sapeva chi fosse suo padre, il quale si era trasferito in Italia per motivi di lavoro.
Una volta arrivato in Italia, Paul si ritrovò a vivere con il padre, ma non riuscì mai a costruire un legame emotivo profondo. Il padre aveva una mentalità rigida (“o fai quello che dico io o non ti reputo neanche mio figlio”) e imponeva regole severe, come l’obbligo di andare in chiesa. Paul vedeva il padre come un “estraneo” e il suo punto di riferimento rimaneva la madre. Paul ammette che oggi il rapporto con il padre non è un vero legame, ma piuttosto quello di “due conoscenti che hanno confidenza”, e prova ancora dispiacere e rabbia per la mancanza di una figura paterna durante la crescita. Egli crede che questa mancanza non potrà mai essere colmata.
La Nascita di un Fenomeno e la Visione Artistica
L’integrazione in Italia, precisamente a Parma, fu complessa. Paul ammette di non essersi mai ambientato veramente fino al 2018. Di carattere timido, si rinchiudeva spesso nella sua cameretta. La musica è diventata un veicolo fondamentale per esprimersi. Iniziò a scrivere i primi testi nel 2007 in inglese, ispirato da artisti americani come 50 Cent e Ti Gucci Main.
La sua visione era chiara: importare lo stile americano, la trap leggera e spensierata (come ‘flexare’ su marche e occhiali Gucci), in Italia, colmando un vuoto che vedeva nella scena. Inizialmente, la sua musica fu accolta male e definita “spazzatura” perché non si allineava al rap più “serio” dell’epoca. Paul, consapevole di non avere disponibilità economiche per ostentare, decise di compensare le sue difficoltà con l’umorismo e la simpatia, cercando di far ridere chi lo ascoltava.
Il primo brano che ottenne riscontro fu “Mi Faccio una sega“. Inizialmente criticato dagli amici più stretti, ricevette apprezzamenti dalla fan base esterna. Nel 2013, Paul iniziò a guadagnare i primi soldi (circa 70-100€) grazie alla monetizzazione dei video su YouTube, un traguardo che lo motivò a continuare.
Il Controverso Successo e l’Isolamento
L’anno della svolta che portò Paul a una celebrità su scala nazionale fu grazie alla canzone “Non pago affitto“. Sfruttando l’attualità del tema immigrazione con la sua solita ironia, Paul accettò un invito in televisione credendo fosse un’intervista sulla sua musica. Si ritrovò invece in un dibattito infuocato dove era “la figura del profugo che dovevano giudicare”. Sentendosi “intrappolato”, reagì con un gesto di rottura, facendo la dab in studio.
Questo episodio scatenò un enorme riscontro mediatico: la sua faccia era ovunque, diventando un meme. Tuttavia, l’eco fu estremamente negativo: Paul fu visto come “nemico di tanti italiani” e quello che “insulta gli italiani”. I suoi amici si vergognavano di uscire con lui, e Paul ricevette minacce e persino messaggi dalla BBC preoccupata per la sua incolumità. Nonostante le pressioni per cancellare “Non pago affitto”, Paul rifiutò, convinto che il tempo avrebbe spiegato le sue vere intenzioni. Paul ammette di essersi sentito “usato” dai media e questo periodo lo riportò a chiudersi nella sua cameretta.
La Ricerca della Leggerezza Perduta
Oggi, Paul lavora con un manager (conosciuto per caso), guadagnando da date, distribuzioni e collaborazioni con brand. Sebbene sia soddisfatto del successo, Paul si sente “stanco” emotivamente e riconosce di non essere più ispirato come un tempo. La crescita del personaggio e le responsabilità hanno tolto la leggerezza di un tempo.
Paul vive da solo a Parma, in una casa grande con una gatta, e si è ritrovato a chiudersi nuovamente, vivendo le sue giornate in solitudine. Ritiene che lo stile di vita sociale che aveva un tempo, fatto di “buone vibes” e allegria, sia essenziale per la sua ispirazione. Nonostante il successo, ammette di avere una grande mancanza e confessa che, pur avendo “quasi tutto”, gli manca il suo “vecchio me”. Paul è prevenuto nelle relazioni e nelle amicizie per paura di secondi fini, e ha paura di innamorarsi per non perdere il controllo sul suo personaggio e sulla sua vita. Nonostante le sfide, Paul è fiero di come la musica lo abbia “salvato”.






