Milano, 15 dicembre 2025 – Ospite della nuova puntata del BSMT di Gianluca Gazzoli, l’attore Alessandro Gassmann discute della sua carriera e vita personale. Le conversazioni spaziano dalle sue esperienze passate, come il noto calendario di Max e il servizio militare, ai suoi attuali progetti cinematografici, inclusi un film sul basket e un film di Natale intitolato “Natale senza babbo”. L’attore affronta anche temi sensibili come l’eredità del suo cognome, la sua famiglia (in particolare il padre Vittorio Gassman e il figlio Leo Gassmann), e la sua opinione sui cambiamenti nel panorama cinematografico e televisivo, sottolineando l’importanza del suo ruolo come cittadino attivo su questioni come il clima e la politica.
Alessandro Gassmann: identità, eredità e il cognome Ritrovato
Uno dei temi centrali riguarda il suo nome e l’importante decisione di ripristinare la doppia “N” nel cognome, tornando a “Gassmann“. Questa storia affonda le radici nella sua genealogia: il nonno paterno, Henrich Gasman, era tedesco, e suo padre, Vittorio, tolse una “N” per semplificare la pronuncia in Italia, dove il nome veniva spesso storpiato (ad esempio, in “sgama“). Alessandro ha rimesso la seconda “N” intorno ai vent’anni come atto simbolico di protesta, un “piccolo pensiero politico“, in memoria della nonna ebrea, Ambron, costretta a cambiare il proprio cognome in Ambrosi durante il fascismo. Il gesto mira a rappresentare un mondo in cui nessuno debba più cambiare il proprio nome per avere gli stessi diritti degli altri.

Crescere come figlio di Vittorio Gassman, un “attore inarrivabile“, ha rappresentato un innegabile vantaggio all’inizio della sua carriera, ma ha portato anche l’inevitabile peso del paragone. La sua strategia è stata quella di non mettersi mai in competizione con il padre, cercando piuttosto di definire il proprio stile. Mentre Vittorio era un protagonista dominante sullo schermo, Alessandro si definisce un attore che preferisce giocare “di rimessa“, focalizzandosi sugli altri personaggi o lavorando come regista. Nonostante ciò, i suoi genitori, separati quando aveva due anni e mezzo, furono molto attenti a non fargli vivere una vita da “VIP“, garantendogli scuole normali e amici di ogni estrazione sociale.
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Carriera e progetti significativi
La sua carriera è stata segnata da ruoli importanti. Il film Hammam di Ferzan Özpetek è stato cruciale, mettendolo in luce con la critica dopo anni di commedie leggere. Ottenne il ruolo di un omosessuale dopo che altri attori avevano rifiutato, cosa che si rivelò la sua fortuna. Un altro punto di svolta fu Caos Calmo con Nanni Moretti, dove interpretò il fratello frivolo. Nonostante abbia girato solo per otto giorni, il ruolo gli valse numerosi premi, incluso il David.
Tra i progetti recenti, spiccano l’imminente film natalizio Natale senza babbo, disponibile su Prime Video dal 28 novembre. Diretto da Stefano Cipani, Gassmann interpreta Nicola (Babbo Natale) che, stanco, si rifiuta di trasformarsi, costringendo gli altri a salvare il Natale. L’attore ha anche recentemente doppiato il Grinch, apprezzando il personaggio per l’ansia che il Natale e la felicità forzata gli procurano. Un altro progetto significativo è il film sul basket, dove interpreta un allenatore dal “caratteraccio” che, dopo essere stato cacciato, viene costretto ad allenare una squadra di ragazzi diversamente abili.
Gassmann continua a lavorare in televisione con successo, in particolare con la serie Il professore (arrivata alla terza stagione), in cui interpreta un insegnante di filosofia che usa la sua disciplina per aiutare i ragazzi con problemi.
Le trasformazioni del cinema e l’impegno civico
L’attore osserva come l’industria cinematografica sia in profonda crisi dopo il Covid, con gli incassi in sala non tornati ai livelli pre-pandemici. Ricorda i tempi in cui film di suo padre e di Tognazzi portavano al cinema 16-17 milioni di persone. Oggi, le piattaforme di streaming offrono prodotti di alta qualità, ma la sala rimane per Gassmann un luogo unico di condivisione. Egli si considera uno dei pochi attori italiani ad aver abbracciato presto la televisione, quando era ancora guardata con sufficienza dagli attori di cinema.
Sul piano personale e civico, Alessandro Gassmann mantiene una notevole forma fisica grazie allo sport, una disciplina che in parte eredita dal padre, notoriamente severo e attento all’atletismo. Riguardo alla sua immagine, ricorda con imbarazzo l’esperienza del calendario nudo di Max (intorno ai 35-36 anni), i cui proventi gli permisero di comprare casa.
Come “cittadino prima che attore“, Gassmann è molto attivo nel sociale. È Ambasciatore dell’UNHCR e ha fondato il progetto “Green Heroes” per promuovere un’economia sostenibile, scrivendo un libro i cui proventi finanziano la piantumazione di alberi da frutto. Non teme di esprimere pubblicamente le sue opinioni politiche, soprattutto sui social media, dove si scontra spesso con chi non la pensa come lui, mantenendo però rispetto per coloro che, come l’attuale Primo Ministro Meloni, mostrano una convinzione nelle proprie azioni, a differenza di figure che cambiano opinione a seconda del vento, come Salvini.
Il rapporto con il figlio Leo
Il legame con il figlio Leo Gassmann, cantante pop, è molto stretto e fisico. Nonostante Leo abbia dovuto affrontare inizialmente lo studio forzato della chitarra classica, ha poi sviluppato la propria strada nella musica. Gassmann è molto orgoglioso del figlio, che ha vinto Sanremo Giovani, e ne ammira l’educazione e la gentilezza. Nonostante gli avesse consigliato di non accettare la parte di Franco Califano, per la pressione aggiuntiva del cognome, la vittoria di Leo in quel ruolo lo ha costretto ad ammettere il suo errore. Il suo consiglio a Leo è di insistere sulla sua vera identità musicale (folk rock) piuttosto che conformarsi al pop per ragioni discografiche.
La carriera di Alessandro Gassmann si configura come un percorso di adattamento continuo, consapevole della fortuna di avere un nome importante, ma determinato a trovare la propria voce e ad esercitare attivamente il ruolo di cittadino impegnato. Continuare a giocare, nonostante l’ansia per ogni nuovo progetto, è il suo segreto






