Orsini evidenzia rischi di delocalizzazione e burocrazia, chiede sinergie europee, energia meno cara e misure contro dazi evalutazione dollaro per sostenere industria ed export.
Roma, 10 luglio 2025 – Emanuele Orsini, presidente di Confindustria dal maggio 2024, ha rilanciato l’urgenza di mantenere e rafforzare la produzione di acciaio in Italia, sottolineandone la centralità sia per la difesa nazionale sia per la competitività industriale del Paese.
La centralità della produzione di acciaio per la difesa e l’industria italiana
Nel corso di un recente intervento, Orsini ha evidenziato come la produzione di acciaio rappresenti un asset strategico per la sicurezza e la sovranità industriale dell’Italia. “Si parla di potenziare la difesa, ma senza una solida produzione di acciaio in Europa non saremo competitivi”, ha affermato. Per il presidente di Confindustria, spostare la produzione di acciaio fuori dal continente è un errore miope che rischia di compromettere posti di lavoro e la tenuta delle eccellenze italiane, incrementando invece la dipendenza da altri mercati, in particolare quelli extraeuropei.
Orsini ha inoltre ricordato l’importanza della collaborazione con la Francia e con le altre associazioni produttive europee, definendo l’alleanza con Confindustria come “fondamentale” per valorizzare la competitività del settore. Un tema cruciale riguarda la necessità di snellire la burocrazia e ridurre il costo dell’energia, che attualmente rappresentano un grave vincolo per le imprese italiane ed europee.
Dazi, mercato e prospettive per l’export italiano
Sul fronte economico, il presidente ha posto l’accento sui dazi imposti dagli Stati Uniti, ricordando che il problema non è solo il 10% di dazio, ma anche la svalutazione del dollaro che potrebbe farlo salire fino al 23%. Per un Paese esportatore come l’Italia, questa situazione rappresenta una minaccia concreta.
Orsini ha inoltre sottolineato la necessità di aprire nuovi mercati, soprattutto per l’agricoltura italiana, settore che deve affrontare una sfida globale sempre più competitiva. “Abbiamo settori che possono performare e altri che incontreranno grandi difficoltà e avranno bisogno di compensazioni”, ha spiegato, ribadendo l’urgenza di politiche efficaci per sostenere le imprese italiane nel contesto internazionale.
Un riferimento specifico è stato fatto anche alla situazione dell’ex Ilva di Taranto. Orsini ha chiesto un “ragionamento serio e complessivo”, riconoscendo le difficoltà locali ma sottolineando che l’acciaio resta un pilastro fondamentale per l’industria italiana, al di là della localizzazione degli impianti.
Emanuele Orsini, imprenditore nato a Sassuolo nel 1973, guida Confindustria dall’aprile 2024, portando con sé una lunga esperienza nel settore industriale e associativo. Prima di diventare presidente, ha ricoperto ruoli di rilievo in FederlegnoArredo e ha contribuito a sviluppare le strategie di internazionalizzazione e finanza per le imprese italiane durante la pandemia. La sua visione sottolinea l’importanza di un’industria italiana forte, capace di affrontare le sfide globali mantenendo radici solide sul territorio nazionale e europeo.
Fonte: Pasquale Luigi Pellicone - Difesa, Orsini: "Ok rinforzarla, ma produrre acciaio altrove è miope"





