Adesione elevata e negozi chiusi in tutta la Toscana: i lavoratori Lidl chiedono orari certi, premi di risultato e distribuzione equa dei profitti aziendali.
Firenze, 18 luglio 2025 – Una nuova giornata di sciopero ha visto protagonisti i lavoratori della Lidl in Toscana, con presìdi davanti ai punti vendita di Firenze, Viareggio, Massa e Grosseto. L’astensione dal lavoro, organizzata unitariamente dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uilcom Uil, è stata indetta per chiedere un adeguamento del contratto integrativo aziendale, la cui trattativa è aperta ormai da oltre due anni senza esiti soddisfacenti.
Alta adesione e presìdi in Toscana
Questa mattina, davanti al punto vendita Lidl di via Gabriele D’Annunzio a Firenze, si è svolto il presidio dei lavoratori, che ha registrato un’alta adesione allo sciopero, con negozi chiusi o attività ridotta in tutta la regione. La mobilitazione rientra in una più ampia protesta nazionale, che coinvolge oltre un migliaio di addetti in Toscana distribuiti nei 31 punti vendita.
Secondo quanto dichiarato dai sindacati, la proposta attualmente avanzata dall’azienda non risponde alle aspettative né in termini economici né in materia di organizzazione del lavoro. “Le richieste sono semplici e dirette: conciliazione dei tempi di vita e lavoro, abolizione di una flessibilità eccessiva e un adeguamento salariale coerente con gli importanti fatturati del Gruppo,” spiegano Filcams, Fisascat e Uilcom.
Valentina Carloni, rappresentante Filcams Cgil Firenze, ha sottolineato la necessità di una redistribuzione della ricchezza prodotta dall’azienda: “Siamo qui a reclamare ancora una volta i nostri diritti, soprattutto per quanto riguarda il contratto integrativo e l’adeguamento salariale, in un’azienda che fattura molto.” Simili parole sono arrivate da Veronica De Michele della Fisascat Cisl e da Simone Innocenti di Uilcom Uil, che hanno denunciato la mancanza di risposte concrete da parte di Lidl dopo mesi di trattative.
Criticità sul contratto integrativo e organizzazione del lavoro
Le principali criticità evidenziate riguardano non solo la componente economica, ma anche la gestione dell’orario di lavoro. La quasi totalità dei lavoratori è part-time (circa il 75%), con orari incerti e flessibilità giudicata “sfrenata”. Mancano schemi orari definiti e stabili, in contrasto con quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro.
I sindacati hanno inoltre proposto l’introduzione di un premio di risultato legato al raggiungimento di obiettivi, una quota mensile di salario fisso e il riconoscimento dei buoni pasto, tutte richieste finora respinte dalla direzione aziendale.
In un contesto in cui Lidl Italia ha registrato una crescita costante del fatturato, che supera i 7 miliardi di euro, e utili ante imposte di circa 1,3 miliardi negli ultimi cinque anni, i sindacati affermano che è doveroso redistribuire parte di questa ricchezza ai lavoratori che contribuiscono quotidianamente ai risultati economici.
La mobilitazione di oggi conferma lo stato di agitazione e la determinazione dei lavoratori a ottenere un contratto integrativo più equo e condizioni lavorative migliorate. Le organizzazioni sindacali hanno annunciato che, in assenza di risposte sostanziali da parte dell’azienda, le mobilitazioni proseguiranno nei prossimi giorni.





