Roma, 29 agosto 2025 – Sul futuro degli impianti ex Ilva si accende un confronto acceso tra sindacati, istituzioni e rappresentanti politici, con particolare attenzione al rapporto tra lavoro, salute e ambiente. In occasione di un incontro tra i segretari nazionali di Film-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm e i gruppi parlamentari a Roma, Tino Magni, senatore di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), ha espresso forti riserve sul piano presentato per la gestione degli impianti, definendolo “un piano vuoto” e privo di indicazioni chiare sulla proprietà e sulle strategie industriali e ambientali.
Le critiche di Tino Magni: un piano senza concretezza e con preoccupazioni ambientali

Tino Magni, che attualmente ricopre il ruolo di tesoriere del gruppo Misto e membro di diverse commissioni parlamentari, tra cui quella sul bilancio e quella di inchiesta sulle condizioni di lavoro, ha sottolineato come “non ci sia un rapporto preciso tra lavoro e salute, con un dualismo vissuto dalla cittadinanza”, evidenziando la necessità di risposte concrete che al momento mancano. Magni si è detto inoltre contrario alla presenza della nave rigassificatrice, unica certezza presente al momento, legata a un accordo con gli Stati Uniti e definita da lui “irricevibile” in considerazione della situazione ambientale già compromessa.
Il senatore, con una lunga esperienza sindacale e politica iniziata nel 1967 con la Fiom-Cgil e un percorso che lo ha portato in Parlamento nel 2022, ha ribadito la necessità di un approccio serio e competente per affrontare la complessa situazione dell’ex Ilva, che coinvolge aspetti ambientali, sociali ed economici.
Aggiornamenti sul bando di gara e la sfida della decarbonizzazione
Parallelamente, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha autorizzato la pubblicazione di una nuova Lettera di Procedura II per la vendita degli asset aziendali di ILVA S.p.A. e Acciaierie d’Italia S.p.A., entrambe in amministrazione straordinaria. Le condizioni aggiornate del bando recepiscono la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per il sito di Taranto, rilasciata il 25 luglio 2025, che autorizza una capacità produttiva fino a 6 milioni di tonnellate annue e ha una validità di 12 anni.
La novità più rilevante consiste nell’obbligo vincolante di decarbonizzazione per lo stabilimento di Taranto, con lo spegnimento delle aree a caldo alimentate a carbone nel più breve tempo possibile e la realizzazione di fino a tre forni elettrici per coprire la capacità produttiva autorizzata. Questo impegno è stato condiviso in un’intesa unanime tra Governo, Regione Puglia e enti locali, ponendo la transizione ecologica come elemento fondamentale per il rilancio industriale.
Il bando aggiorna anche le condizioni per lo stabilimento di Genova (Cornigliano), dove potrà essere realizzato un forno elettrico e impianti di prima lavorazione. Inoltre, le offerte vincolanti dovranno includere l’acquisto dell’intero magazzino e un piano industriale dettagliato, con indicazioni precise sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla continuità aziendale.
I commissari straordinari valuteranno le proposte privilegiando quelle che garantiscono sostenibilità industriale, ambientale e sociale, puntando a un rapido raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e a una produzione elevata conforme alla nuova AIA. Le offerte dovranno essere presentate entro il 15 settembre 2025, con la bozza del contratto disponibile da fine agosto.
Questo scenario evidenzia come la gestione dell’ex Ilva e di Acciaierie d’Italia resti una sfida complessa e strategica, in cui si intrecciano questioni di grande rilevanza sociale, ambientale e industriale.




